C'è sempre qualcuno che si lamenta, affermando che l'intrattenimento – Star Wars, in questo caso – dovrebbe stare ben separato dalla politica. Come se questo fosse possibile; come se non si facessero affermazioni politiche descrivendo, per esempio, società aliene, imperi e ribellioni. 

Lunedì scorso la Lucasfilm ha postato su Twitter a nome di Star Wars uno statement a supporto delle proteste per l'uccisione di George Floyd.

Nulla di particolarmente rivoluzionario, anzi in linea con un tweet analogo della Disney. Tuttavia un passo importante.

Qualcuno ha esporto le critiche di cui sopra, altri hanno accusato la LucasFilm di ipocrisia, non avendo mostrato particolare attenzione verso le minoranze avendo inserito nei film di Star Wars il minimo sindacale di attori neri e non avendo mai sostenuto ufficialmente questi attori quando sono stati attaccati per il colore della loro pelle.

Tuttavia non si può negare che questa posizione sia, alla fine, nello spirito stesso di Star Wars. Serie che è nata, per affermazione di Lucas, anche come protesta per l'impegno americano in Vietnam. E la stessa nuova trilogia comincia con quella che è a tutti gli effetti un'azione di polizia brutale contro gli abitanti di un villaggio, sui quali ai soldati viene ordinato di sparare. Solo uno non sparerà, Finn, interpretato da John Boyega.

John Boyega

John Boyega è tra gli attori più impegnati nelle proteste, uno dei leader dei cortei che si sono svolti a Londra, dove Boyega ha fatto un discorso estremamente coinvolgente. Boyega ha poi dichiarato non so se dopo questo avrò ancora una carriera, ma chi se ne frega.

La Lucasfilm ha poi postato un altro tweet complimentandosi con lui e affermando di sostenerlo completamente. You are our hero, “sei il nostro eroe”, dice il tweet, e per una volta non fa riferimento a un ruolo in un film.