Non è facile essere figlio di un eroe conosciuto a livello mondiale. Ne sa qualcosa Roy McBride (Brad Pitt), astronauta professionista e senza paura il cui padre Clifford (Tommy Lee Jones), uno dei nomi più noti del programma spaziale americano, è scomparso da anni. Quando dei fasci di energia provenienti dai confini del sistema solare arrivano sino sulla Terra, causando danni e vittime, Roy è convocato nella massima segretezza e gli viene rivelato che il Progetto Lima, che era stato al centro della carriera del padre, sembra avere qualcosa a che fare con tutta la faccenda. Roy parte quindi alla volta della Luna e poi da qui si imbarca su una nave diretta alla colonia umana sotterranea su Marte, dalla quale deve cercare di contattare il padre scomparso…  

Presentato in concorso alla 76ma Mostra del cinema di Venezia, scritto – con Ethan Ross – e diretto da James Gray (Civiltà perduta) Ad Astra è un film fortemente voluto dal protagonista Brad Pitt, che lo ha anche co-prodotto insieme ad uno dei più noti produttori ‘indipendenti’ del cinema a stelle e strisce, quell’Arnon Milchan a cui si deve la realizzazione di pellicole di pregio come Brazil (1985), Fight Club (1999), The Revenant – Redivivo (2016).

Nonostante non manchino alcune sequenze d’azione (quella iniziale – nella foto sopra – poi una corsa lunare per sfuggire a dei predoni fuorilegge e un’incursione a gravità zero dentro un centro dove si compiono esperimenti su animali) Ad Astra è un film che certamente non ha lo scopo di offrire agli spettatori dell’intrattenimento facile e spensierato, cosa del tutto buona e legittima ma che ultimamente sembra aver preso il sopravvento su tutto il resto. Siamo piuttosto quasi dalle parti di una versione futuristica del Cuore di tenebra di Conrad, con le vastità dello spazio al posto delle profondità della giungla. È un film su un'ossessione (quella del padre, che abbandona famiglia e affetti per cercare segni di altre civiltà nel cosmo) e su una ricerca (quella del figlio, in cerca anche di se stesso), il tutto in un gelo emotivo generalizzato che è intenzionale e voluto perché l'incapacità di provare emozioni è per l'appunto uno dei temi, se non IL tema, principali del film. Per questo motivo risultano abbastanza campate per aria le accuse di inespressività rivolte a Pitt, in quanto l’attore qui interpreta esattamente un personaggio emotivamente piatto.

Brad Pitt in una scena
Brad Pitt in una scena

Ad Astra è un film algido, girato in modo molto elegante, con una fotografia volutamente glaciale curata da Hoyte Van Hoytema (Interstellar) che privilegia atmosfere rarefatte e introspettive. Si tratta certamente un progetto interessante, anche se un finale non particolarmente memorabile e con qualche caduta di plausibilità di troppo inficia un po’ il risultato complessivo.  Rimane un buon film, coraggiosamente sganciato dalle dinamiche e dalle esigenze del mercato, focalizzato sui rapporti umani (disfunzionali) per ricordarci che "Noi siamo tutto ciò che abbiamo".