La regista Reed Morano (The Handmaid's Tale, Vinyl) era nella fase avanzata della ricerca location per la sua prossima serie per Amazon Prime VideoThe Power, basata sul romanzo Ragazze elettriche di Naomi Alderman (2017, Narrativa Nottetempo), la cui trama capovolgeva lo spunto narrativo di Handmaid's Tale: all'improvviso tutte le donne della Terra scoprono di poter generare energia elettrica e un po' alla volta sono gli uomini a essere soggiogati e a perdere tutti i diritti.

Purtroppo lo stato della Georgia si è dimostrato più vicino alla (cosiddetta) repubblica di Gilead, visto che il 7 maggio il governatore Brian Kemp aveva varato una legge che dichiarava l'aborto illegale già dopo sei settimane.

Leggi simili se non peggiori erano state approvate in seguito anche in Alabama e in North Carolina, stato quest'ultimo che ha visto la sua industria cinematografica crollare dopo aver fatto passare leggi contro l'aborto.

Per la Morano la decisione è stata tanto immediata quanto difficile: Amazon Prime Video abbandonava lo stato, cercando altrove le location per la serie.

È stata solo l'inizio di una fuga da uno degli stati americani più retrogradi, perché anche la Lionsgate ha spostato la produzione della sua prossima commedia con Kristen Wiig in lidi meno medioevali. E la lista va crescendo.

Prima

Quanto è importante per la Georgia l'industria del cinema? Moltissimo. Se prima era ovviamente la California a essere l'ambientazione principale di film e telefilm grazie alle sovvenzioni fiscali, nel 2018 solo dieci dei cento film di maggior successo dell'anno precedente erano stati girati in California, e la metà tre anni prima.

A guadagnarci in gran parte era stato appunto lo stato della Georgia, che aveva garantito un tasso di credito del trenta per cento a tutte le produzioni che avessero girati film e telefilm nei suoi confini. Il risultato erano stati 455 film e telefilm arrivati nello stato, con un guadagno di ben 4,6 miliardi di dollari.

Stranger Things, Avengers: Infinity War, Black Panther (la Disney ha una presenza fissa nello stato con il suo universo cinematografico) la saga di The Hunger Games sono solo alcuni dei titoli ad avere preso casa nello stato, dove erano stato costruite intere nuove strutture, come i Pinewood Studios e la cittadina di Senoia aveva visto la sua economia rigenerarsi solo grazie all'arrivo di The Walking Dead.

Dopo

Era tutto un mondo che aveva prosperato: fioristi, catering, falegnami. Poi, prima il governatore aveva tentato di penalizzare la comunità LGBTQ+, ma vedeva il suo progetto di legge bloccato, poi passava la legge che proibiva l'aborto. A questo punto sono arrivate le lettere aperte da parte di Amy Schumer, Don Cheadle (War Machine nell'universo Marvel), Alyssa Milano e Laverne Cox (Orange is the New Black), per citarne solo alcuni, in cui si invitava l'intera industria del cinema a disertare stati come la Georgia e l'Alabama, dove altre leggi restrittive stanno prendendo piede.

Ron Howard sta già girando il suo nuovo film nello stato, ma ha dichiarato che lo boicotterà in futuro se la legge diventasse effettiva e ha fatto una donazione all'associazione ACLU (che si sta occupando di combattere la legge in tribunale) mentre Alyssa Milano, protagonista della serie di Netflix Insatiable e Jason Bateman, protagonista di Ozark (sempre di Netflix) hanno minacciato di lasciare la serie se il canale in streaming non lascerà lo stato.

E i risultati si stanno già vedendo: operatori, location manager, scenografi, tutti coloro che lavorano nel mondo del cinema in Georgia stanno vedendo scomparire il lavoro sotto i loro occhi e la senatrice democratica dello stato Jen Jordan ha dichiarato che il boicottaggio sta colpendo le persone sbagliate, citando un recente sondaggio in cui appariva che erano molti di più i georgiani contrari alla proposta di legge di quelli a favore.

Nel frattempo JJ Abrams e Jordan Peele, co-produttori della serie Lovecraft Country hanno deciso di proseguire la produzione nello stato, ma doneranno i loro guadagni alla Fair Fight e ACLU of Georgia, le quali stanno pianificando di sfidare in tribunale la proposta di legge.

Reed Morano ha concluso dicendo che è conscia delle difficoltà a cui sta andando incontro tutto il personale cinematografico georgiano, ma al momento è più importante che le donne vedano rispettati i loro diritti di base: 

La cosa migliore che possiamo fare è restare uniti e togliere loro i fondi. Forse in questo modo avremo una veloce abrogazione di queste leggi e tutti avranno quello che vogliono.

Scopriremo presto se vincerà la mentalità medioevale o la scomparsa dei notevoli introiti delle produzioni cinematografiche e televisive.