Secondo il generale prussiano Carl von Clausewitz (1780-1831) la guerra non è che la continuazione della politica con altri mezzi
.
Evidentemente nel diciassettesimo secolo dove non arrivava la diplomazia arrivavano le baionette.
I tempi sono cambiati: oggi in Occidente si preferisce combattere una guerra con le armi dell’alta finanza invece che impiegare soldati e cacciabombardieri. I conflitti militari si rivelano dei clamorosi fallimenti, sia sul piano umano sia sul piano economico (vedi il conflitto USA-Iraq). Ma ci sono altri scenari altrettanto pericolosi: il terrorismo informatico, per esempio.
Partendo da queste premesse, Charles Stross si domanda: qual è il ruolo dei Servizi segreti nel XXI secolo? Il nostro immaginario è fermo alla guerra fredda, alle superpotenze che si fronteggiano sotto il muro di Berlino, alle talpe e ai romanzi di John LeCarré.
Anche oggi, come allora, vigilare sulla sicurezza nazionale è un lavoro sotterraneo, sconosciuto ai più, ma il paesaggio tecnologico ha completamente cambiato le nostre abitudini e i nuovi obiettivi sensibili sono le “chiavi di autentica”, cioè i codici criptati necessari per entrare nei database più importanti della Nazione: la rete nazionale delle telecomunicazioni, gli archivi dell’anagrafe, del servizio sanitario e della polizia, i programmi di approvvigionamento delle catene di alimentari e i network dei fornitori … per non parlare dei dati bancari dei singoli cittadini. Niente comunicazioni. Niente denaro. Niente cibo
. E anche niente identità, se i dati anagrafici improvvisamente scompaiono o vengono alterati.
L’Intelligence deve pattugliare il web per evitare che gli hacker si impossessino di questi codici, conservati in luoghi blindati all’interno del web. Ma esistono luoghi davvero sicuri?
L’ammissione del fallimento di chi si occupa del monitoraggio sulla frontiera virtuale
non è certo rassicurante: La larghezza di banda si espande più rapidamente della nostra capacità di conservare dati, e ogni volta che pensiamo di aver bloccato un canale ne spunta un altro, e non possiamo andare indietro nel tempo a caccia di traffico avvenuto in un medium che non sapevamo nemmeno esistesse. E poi arriva una nuova tecnologia che distrugge tutto e, nel giro di un paio di mesi, rende obsoleto tutto quello che abbiamo fatto.
Quindi il lavoro di controspionaggio è davvero sfinente.
Inoltre le risorse economiche necessarie per l’addestramento delle spie è troppo elevato da sostenere per qualunque Nazione.
L’idea geniale è quella di reclutare per i lavori di manovalanza ignari cittadini, che diventano spie a loro insaputa. Per di più queste spie non rappresentano un costo per lo Stato, ma un introito, in quanto pagano l’abbonamento a un gioco di ruolo che si svolge nel mondo reale seguendo istruzioni ricevute via internet o SMS
.
Pagano, cioè, per compiere missioni di spionaggio di cui non sanno nulla.
Il lavoro di alto concetto, invece, avviene giocando nel web.
Nella realtà virtuale di questi giochi di ruolo si nascondono transazioni reali, ovviamente all’insaputa della maggior parte dei partecipanti.
E gli stessi programmatori che li hanno realizzati non sanno che il gioco è anche un paravento per pericolose azioni di spionaggio che coinvolgono i Servizi segreti e misteriose potenze straniere.
Questi delicati equilibri saltano quando la polizia di Edimburgo viene chiamata per indagare sul furto avvenuto in una banca. E’ sconcertante che questa banca non esista e la polizia non sa spiegarsi il motivo della denuncia.
Ci vogliono diversi interrogatori per scoprire che la banca rapinata è quella di un videogioco, nelle cui cassette di sicurezza sono custoditi curiosi oggetti virtuali. Oggetti che qualcuno sta già cercando di rivendere on line, con ripercussioni inimmaginabili sul mondo reale.
L’idea di Stross che si possano reclutare spie inconsapevoli tramite videogiochi che girano su internet forse è stata presa alla lettera da Cicada 3301 (chiunque si nasconda dietro questo nome), che ha pubblicato sulla rete una serie di enigmi particolarmente difficili da risolvere al fine di reclutare, secondo il Daily Telegraph, dei “capaci criptoanalisti”. In effetti gli enigmi riguardano quasi esclusivamente la sicurezza dei dati e gli algoritmi che permettono di nasconderli. Ci si domanda chi ha organizzato questi giochi e qual è il premio per chi vince. Forse un impiego sicuro nei Servizi segreti? O lavoro sommerso per qualche pericolosa cellula terroristica? O un’ inquietante stretta di mano da parte di un misterioso gruppo di hacker?
Bella l’iniziativa dell’editrice Zona 42 di recuperare questo romanzo di Stross del 2007. Il suo seguito è Rule 34 del 2011.
Stross si è cimentato nel campo dello spionaggio (intrecciato a horror e fantascienza) anche con la serie della “Lavanderia”, di cui in Italia è stato tradotto soltanto il romanzo breve Giungla di cemento (2004) edito da Delos Books.
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