L’idea è affascinante: trasferire su un hard disk il proprio cervello. Non è stata avanzata da uno scrittore di fantascienza, ma è una previsione di Raymond Kurzweil, uno che di futuro ne sa molto, visto che è riuscito a predire come sarebbe stato il web oggi, ma lo fece agli inizi degli anni Ottanta. Su Wikipedia alla voce che lo riguarda, si può leggere che Kurzweil è: “un inventore, informatico e saggista statunitense. È un pioniere nei campi del riconoscimento ottico dei caratteri, nel text-to-speech, nelle tecnologie sul riconoscimento del parlato e degli strumenti da tastiera elettronici. È autore di numerosi libri sulla salute, l'intelligenza artificiale, il transumanesimo e la singolarità tecnologica.”
Ebbene, recentemente, Ray – come lo chiamano gli amici - ha previsto che fra vent’anni ognuno di noi potrà scaricare il proprio cervello in un hard disk: dalla memoria ai pensieri, fino ai processi mentali. Sull’anima si sta ancora lavorando, ma diamine date tempo agli scienziati e vi impacchetteranno anche quella.
La tecnologia alla base di questa fantascientifica possibilità è la nanotecnologia. Per chi fosse a digiuno, ci viene in soccorso ancora una volta Wikipedia che ci informa che: “La nanotecnologia è un ramo della scienza applicata e della tecnologia che si occupa del controllo della materia su scala dimensionale inferiore al micrometro (in genere tra 1 e 100 nanometri) e della progettazione e realizzazione di dispositivi in tale scala. Il termine "nanotecnologia" indica genericamente la manipolazione della materia a livello atomico e molecolare, e in particolare si riferisce a lunghezze dell'ordine di pochi passi reticolari.”
Immaginate di poter scaricare il sapere che avete accumulato tutta una vita in una pendrive e di poter richiamare i dati in qualsiasi momento, magari con un’interfaccia tipo motore di ricerca. Già perché pare anche che – sempre a sentire le previsione di Ray – fra vent’anni migliaia di nanobot circoleranno liberamente nel nostro corpo, in particolare nel sangue. Si tratta di microscopici computer che saranno in grado anche di curarci e potenziare il nostro corpo.
Sembra fantascienza, e oggi lo è ancora, ma secondo Kurzweil lo sarà ancora per poco.
A qualcuno sarà venuto in mente sicuramente il bel film Johnny Mnenmonic di Roberto Longo, tratto dall'omonimo racconto di William Gibson. Oppure il romanzo Bay City di Richard K. Morgan, in cui viene descritto un futuro in cui l’umanità può fare più o meno quello che ha predetto Kurzweil. Il problema è che mentre Ray sostiene che tutti potremo farlo, intendo l’uomo comune, nel romanzo di Morgan ci sono delle disparità, per così dire. Solo i ricchi, i potenti – nel romanzo vengono chiamati Mat che sta per Matusalemme – possono permettersi tale tecnologia. Come dire che Kurzweil è un’ottimista e Morgan un pessimista.
Non c’è dubbio che comunque la tecnologia sta letteralmente cambiando la nostra vita quotidiana. In questo scorcio di fine 2010, ad esempio, si fa un gran parlare di ebook, di come appunto il libro elettronico stia modificando il nostro modo di leggere. Abbiamo così deciso di capirci qualcosa in più con uno speciale su Ebook e fantascienza. Abbiamo chiesto a tre esperti e curatori di collane di ebook di fantascienza – Giuseppe Granieri, Silvio Sosio e Luigi Petruzzelli - il loro parere sul fenomeno e sul connubio tra libro elettronico e science fiction. Non potevamo, poi, non intervistare anche gli scrittori di fantascienza, artefici primi del contenuto di un ebook. Nello specifico abbiamo chiacchierato con Luca Masali, Antonio Bellomi e Dario Tonani, tutti e tre autori anche di ebook. Infine, Silvio Sosio ci introduce al mondo del libro elettronico in modo chiaro ed efficace.
Parliamo poi di due importanti eventi di questo mese: il decennale dello Science+Fiction, il Festival Internazionale di Fantascienza di Trieste - con un articolo di Fabio Novel -, e dell’arrivo anche in Italia del canale televisivo di fantascienza AXN-SCI-FI sulla piattaforma di Sky, della cui programmazione di parla Roberto Paura.
Come ogni anno, Delos è lieta di intervistare il Premio Urania che, nel caso specifico è Alberto Cola, con il romanzo Lazarus. Ma in questo caso abbiamo chiesto ad Alberto, vista le sue innate doti di fine umorista, di intervistarsi da solo e il risultato è tutto da gustare.
Le rubriche sono: Lo Spazio delle donne, in cui Luisa Iori esplora l’universo della serie televisiva che ha per protagonista la guerriera Xena, e Alien Scrivens, in cui Vittorio Catani ci spiega le differenze tra lo scrivere un racconto ed un romanzo, a parte la lunghezza ovviamente.
Il racconto, moto poetico, è di Cosimo Vitiello e si chiama Il sogno di Rose.
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