Vincitrice di quattro premi Hugo e tre Nebula, Ursula K. Le Guin è considerata una delle massime autrici di fantascienza in attività. La fama imperitura se l'è conquistata con romanzi dal sapore incancellabile quali I reietti dell'altro pianeta e soprattutto La mano sinistra delle tenebre. Tra i suoi successi principali si possono annoverare anche due cicli composti da svariati romanzi ciascuno, il fantascientifico Ekumene e il più fantastico Earthsea, imperniato sulle lotte tra maghi e ambientato su un immaginario pianeta composto da centinaia di isole che formano un gigantesco arcipelago; il ciclo, orientato principalmente verso un pubblico più giovane, ha riscosso comunque un notevole successo anche tra gli adulti, dando lustro anche stilistico a un genere spesso preda di facili stereotipi.

Dopo aver avuto una prima trasposizione televisiva nel 2004, attraverso una miniserie non memorabile che annoverava fra gli interpreti anche Danny Glover, il progetto di adattamento cinematografico è stato preso in mano da Goro Miyazaki, figlio di Hayao Miyazaki, uno dei maestri dell'animazione giapponese, responsabile per la tv di Lupin III e Conan e autore per il cinema di capolavori quali Princess Mononoke, La città incantata (Oscar 2001) e il recente Il castello errante di Howl. In un'intervista rilasciata al New York Times la Le Guin ha espresso il proprio punto di vista sul film d'animazione ormai terminato, che si intitolerà Tales from Earthsea, e non ha mancato di far presente alcune sue perplessità.

Avendo letto i libri della saga durante l'adolescenza, Miyazaki aveva pensato di farne una fedele trasposizione. Ma lavorando sul progetto il regista è tornato sulle proprie idee, convincendosi che a causa del divario di tempo intercorso da quando la storia venne scritta era necessario apportare delle modifiche, in modo da rendere il film più vicino alla sensibilità del pubblico giovane dei nostri giorni (ricordiamo che il primo volume del ciclo venne pubblicato nel 1968). "Sento che quella cultura metropolitana [espressa dal libro] è diventata una vicolo cieco, non si va da nessuna parte" aveva dichiarato Miyazaki in precedenza. "Non basta gridare 'torniamo alla natura', occorre ripensare come si può ancora vivere in una metropoli restando comunque vicini alla natura."

La risposta della Le Guin è stata tutto sommato equilibrata. "Ho notato che i principi morali che ho cercato di esprimere sono stati spiegati in modo chiaro nel film, citando spesso intere frasi prese direttamente dai romanzi" ha dichiarato la scrittrice, "ma non vedo come si giustifichino le scene d'azione alla luce di questi principi. Sento che queste scene mi sono state appiccicate addosso. Non ho capito perché Arren [uno dei personaggi principali] pugnala suo padre, né perché e in che modo guadagna la redenzione." Però poi Ursula mitiga il giuizio aggiungendo: "Ho amato molto i paesaggi campestri, i disegni sull'acqua, il passaggio degli animali e così via, che danno al film una sensazione di terrena e pratica tranquillità, un saggio cambio di passo rispetto al conflitto e all'azione. Almeno in questi aspetti ho riconosciuto il mio Earthsea."

E' noto peraltro come la Le Guin avrebbe voluto che della realizzazione del film si fosse occupato Miyazaki padre; l'accavallarsi di impegni ha costretto il vecchio maestro a rimandare il progetto, lasciando pertanto via libera al figlio Goro di "impossessarsi", per così dire, del film. Forse Ursula, autrice sensibile ma anche donna determinata e di carattere, non ha gradito fino in fondo l'intromissione.