Dedicato agli appassionati di aerei da combattimento, Over G Fighters è un titolo difficile da inquadrare. Il videogame Taito rappresenta una soluzione atipica nel mondo dei simulatori. Aggiunge un po’ di grigio a uno scenario che, anche per lo scarso numero odierno di esponenti, preferisce le distinzioni nette. Il bianco arcade degli sparatutto alla Ace Combat, che sopperiscono all’approccio semplicistico all’avionica con racconti epici straripanti di emozioni, e il nero dei simulatori dal realismo estremo, come Falcon 4.0 o i più recenti IL-2 Sturmovik e Lock On. Il bianco di solito lo si trova su console. Il nero esclusivamente su personal computer, joystick permettendo. Fermandosi lontano dall’approfondire l’una o l’altra concezione, Over G Fighters riesce comunque a delineare un suo sistema di regole, intrigante soprattutto per chi, alle console, ha sempre chiesto qualcosa di più di un ottovolante con cui sollazzarsi nel tiro al bersaglio. Anche il videogame pubblicato da Ubisoft insiste sulle situazioni alla Top Gun, nelle quali si conta a fatica il numero di nemici abbattuti, ma le poggia su un modello di volo soddisfacente e nell’insieme plausibile, pur prestando attenzione a non complicare il governo di velivoli supersonici presi in esame e concedendosi diversi automatismi. Il risultato ricorda certe soluzioni intermedie proposte nell’epoca d’oro dei simulatori da Microprose con ad esempio i vari Strike Eagle. Soluzioni che possono essere lette anche come manovra per venire incontro ai limiti di un sistema di controllo spesso non adeguato a scelte più raffinate. Nella fattispecie, Taito ha comunque lavorato tantissimo per vestire al meglio il joypad Xbox 360, a cominciare dalla disposizione dei comandi sui tasti fino ai tempi di risposta, comprese molteplici regolazioni.

I problemi di Over G Fighters sono essenzialmente due. Il primo è il biglietto da visita. La grafica di Over G Fighters offre cose egregie, come la cura maniacale nella riproduzione della trentina di aerei proposti (caccia e bombardieri di hangar Nato ed ex sovietici: dal mitico F-16 al Mig 29, dal Su-27 all’A-10, dal F-117 all’X-35), ognuno caratterizzato da una dettagliata ricostruzione – 3D e navigabile – della cabina di pilotaggio, con tutti gli strumenti funzionanti. L’aspetto generale del titolo però non è next-generation e denuncia lo sviluppo portato avanti in economia, risparmiando sulle postazioni fisse e sugli effetti speciali (sul terreno risparmiano tutti e Over G Fighters non è da meno).

Il basso budget produttivo è esplicitato anche dalla povertà della modalità principale. Lo story mode si sviluppa lungo un’ottantina di missioni avare di emozioni, dalla trama stile manga scontatissima e appena accennata, dove la Energy Air Force, che raccoglie gli assi di mezzo mondo, combatte per annientare i cattivi che agitano l’altra metà. Il gioco prevede la possibilità di essere affiancati da wingman, compagni di squadrone chiacchieroni, ognuno con la propria personalità, ma non c’è neanche un pizzico del respiro cinematografico di Ace Combat, così come un po’ troppe missioni si risolvono pochi istanti dopo essere cominciate. Fortunatamente, proseguendo con gli scenari, gli incarichi diventano più articolati. Esistono poi una modalità libera e un’opzione multiplayer, fino a 8 partecipanti.

Over G Fighters resterà a lungo, con ogni probabilità, l’unico simulatore di Top Gun per Xbox 360. È un titolo robusto nei fondamentali, senza rifiniture lussuose, ma funzionale e sicuramente interessante per gli appassionati. Va a colmare un vuoto, inserendosi all’incirca a metà strada tra gli sparatutto aerei e le simulazioni. Davanti alla tv, è curiosamente l’esperienza di volo più ricca si possa oggi vivere pad in mano, nonostante il rigore dei corrispettivi per personal computer sia ancora un miraggio. Al giocatore capire se è interessato o meno a questo compromesso, realizzato sacrificando un po’ lì e un po’ là e che prova ad avvicinare con cautela due scuole di pensiero altrimenti molto distanti fra loro.