a cura di

Vittorio Catani

Quando le radici

Rassegna storica della fantascienza italiana Introduzione


Giorgio Placereani, l'autore che presentiamo stavolta, fu attivo fra gli anni Settanta e gli Ottanta e si espresse quasi unicamente sulla pagine di una pubblicazione all'epoca particolarmente nota nell'ambito fantascientifico italiano, The Time Machine. Si trattava di una fanzine, diretta emanazione del CFP (Club Fantascienza Padova) i cui principali animatori furono Mauro Gaffo e Franco Stocco e che, nel corso dei suoi 50 numeri apparsi in undici anni di vita (l'ultimo fascicolo fu del gennaio/febbraio '85) finì con l'assumere le connotazioni di una vera e propria rivista, con contributi di qualità e numerose iniziative collaterali. Sulle sue pagine furono pubblicati autori quali Renato Pestriniero, Lino Aldani, Daniele Brolli, Enzo Verrengia, Mariangela Cerrino, Lanfranco Fabriani, Daniela Piegai, Grazia Lipos, Gianluigi Pilu, Gilda Musa, Inisero Cremaschi, Gianluigi Zuddas, Miriam Poloniato... per citare solo alcuni nomi più noti, fra centinaia; e anche chi vi scrive ebbe occasione di apparirvi più volte. Tra gli illustratori figurarono i nomi di Alessandro Bani e Roberto Bonadimani. Inoltre TTM indisse edizioni annuali del premio Mary Shelley, per racconti italiani di fantascienza e/o fantasy; e il duo Gaffo-Stocco fu altresì promotore di alcune convention decisamente riuscite, tra cui ricordiamo la OrwellCon di Montegrotto; ovviamente nel fatidico 1984.

Il momento di splendore (che in realtà durò vari anni) di TTM si basò, crediamo, soprattutto su un paio di motivazioni: la sincera passione e competenza del gruppo padovano, e la chiusura (negli anni Ottanta) di molte iniziative fantascientifiche "professionali". Nel 1979 usciva l'ultimo numero di Robot; e la successiva rivista varata dall'editore Armenia, Aliens, resse solo fino al nono numero (agosto 1980); ma non erano certo casi unici. Alla proliferazione quasi incontrollata di iniziative editoriali degli anni Settanta sarebbe seguito negli Ottanta un periodo di stasi, di ripiegamento, di avventure tristemente abortite, con la scomparsa di molte testate anche amatoriali. L'atmosfera (sociale, politica) stava cambiando, e sarebbe presto cambiata anche la fantascienza, con l'avvento del cyberpunk. Ma intanto si era in una sorta di tunnel buio apparentemente senza uscita, che durò quasi un decennio. In quella circostanza, TTM seppe proporsi soprattutto per la narrativa breve come una delle pochissime alternative possibili, ancorché a livello amatoriale: inevitabile che le sue pagine divenissero uno spazio cui finirono col rivolgersi numerosi autori che ancora volevano scrivere, o coloro ai quali non era affatto passata la voglia di proseguire nel dibattito, di progettare, di ritrovarsi nelle conventions.

La chiusura della fanzine, nel 1985, avvenne probabilmente per un fisiologico effetto di "stanchezza": il gruppo che la sosteneva aveva lavorato davvero sodo per vari anni; inoltre alcuni dei fondatori agli inizi tutti giovanissimi avevano deciso di... lavorare "davvero". Insomma, si sa come vanno certe cose.

Di quella esperienza resta una imponente mole di materiale, soprattutto narrativo, parte del quale meriterebbe una rilettura.

Giorgio Placereani è nato nel 1951 a Udine, dove tuttora vive e lavora. Cominciò a collaborare a The Time Machine nel 1976, e nel 1984 vinse l'ultima edizione del premio Mary Shelley col racconto Va' tu leggera e piana. Altre sue storie apparvero sulle fanzines The Dark Side e Cavalieri Neri. Di se stesso l'Autore dice: "Con la chiusura di The Time Machine smisi di scrivere, anche a causa di un certo calo del mio interesse per la fantascienza. Inoltre premevano nuovi impegni, tra cui la mia passione per il cinema (mai venuta meno, questa). Attualmente, a parte il mio lavoro di insegnante, mi dedico alla critica cinematografica su riviste friulane (Nickelodeon, Il Friuli, Cinemazero) e a quella televisiva sul quotidiano di Trieste Il Piccolo. Nel 1998 ho curato assieme a Sabatino Landi il volume di saggi L'horror da Mary Shelley a Stephen King edito da Cinemazero di Pordenone".

Di Giorgio Placereani abbiamo scelto Sabbia matta (TTM n. 44, luglio 1983), racconto dal titolo... estivo: vamos a la playa, quindi, ma attenzione. Ariel è un pianeta che ricorda la Terra ma non è la Terra, perché là puoi stenderti nudo sotto il sole e la sabbia non ti inghiotte, non ti uccide e tritura... La storia fonde l'invenzione di un'ecologia aliena con i lontani fantasmi del protagonista; si sviluppa in una prosa semplice eppure accattivante, e soprattutto testimonia dell'estro alquanto personale di un autore, "nato" come molti altri con l'importante esperienza di TTM.

Placereani avrebbe decisamente meritato di esprimersi e scrivere e consolidarsi ulteriormente: ma chissà che questa nostra riproposizione su Delos non riesca a smuovere acque profonde...


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