E' vero che hai scritto narrativa tradizionale, o "rosa", sotto pseudonimo? Per me sarebbe una testimonianza di professionismo puro. Né saresti l'unico: conosco almeno un altro caso illustre, in Italia, ma non è il caso far nomi...

I miei nomi puoi farli. Mi sono firmato Martha Bellows, Elisabetta Batori, Dominic Mordor, Ferdinando De Stoci, Collettivo Autonomo Rumente. Ho scritto molto con Claudio Asciuti e Andrea Marti (che divide con me l'onore di essere un'autrice di romanzi d'amore), e si tratta di dizionari, narrativa popolare, manuali sessuali, storia, epistemologia. Un romanzo d'amore, Ritorno a Venezia, era anche di fantascienza. Guadagnavamo molto bene con questi romanzi e la redazione Mondadori era molto seria. Poi ho tradotto, quasi sempre con Andrea Marti, saggi e romanzi. Insomma, se aggiungi che oggi collaboro con Liberazione, Pulp, Carmilla, direi che ho scritto di tutto. Anche su Robot, una delle mie più grandi soddisfazioni, per l'affetto che mi lega alla rivista e soprattutto a Vittorio Curtoni. Tra l'altro abbiamo anche litigato, e per futili motivi. Un classico scazzo tra "padre" e "figlio", direi... I miei sogni sono scrivere una storia della fantascienza e un romanzo per Urania (visto che Galassia non c'è più). Ora sto scrivendo un libro con Antonio Caronia, altro incontro fondamentale per la mia psiche dilaniata, dopo l'esperienza positiva di Houdini e Faust, la storia del cyberpunk (Baldini & Castoldi, 1997).

Cosa pensi della sf italiana e dell'ambiente fantascientifico nostrano: domanda molto generica che può permetterti una risposta senza peli...

In verità tutto il bene possibile! Anche perché, se non amassi tutto questo, avrei mollato l'ambiente fantascientifico da un pezzo. E invece, nonostante gli scazzi, comunque la fantascienza e le sue persone sono una costante della mia vita. Non solo te, Curtoni, Pestriniero, Aldani e Malaguti (che mi è molto simpatico), ma anche i veri fans, quelli rincoglioniti che fanno le collezioni (e io le faccio) e pensano ai dischi volanti. Dopo tanti anni di contestazione al mondo della fantascienza, che ancora rivendico, direi che ne sono rimasto affezionato. Chiaramente ci metto dentro anche tutto il male: ruffiani, mediocri, saccenti, perversi, bugiardi, complessati, invidiosi, ignoranti... mancano solo i peccati di sesso, essendo quella della sf un mondo eccessivamente asessuato e rifugio - come molte benemerite associazioni - dei reietti del mondo dei belli. Siamo una nazione di belli, con un Presidente del Consiglio (pensate, il padrone di Urania!) che si fa il lifting... e chi non è bello che fa? C'è la fantascienza! Pensa che durante gli scontri del G8 a Genova, io e Claudio abbiamo rischiato le randellate perché eravamo distratti in una conversazione su van Vogt... Se questo non è essere, in fondo, autentici fan...

In generale, la fantascienza italiana non mi piace. Se escludiamo Valerio Evangelisti e i miei amici più cari (e ringrazio l'onnipotente per le loro capacità artistiche, così da non mettermi in imbarazzo durante le interviste) non leggo niente di dignitoso. I Premi Urania sono troppo spesso poco coraggiosi, scontati, annacquati, diluiti, prevedibili. Saranno scritti da macchine? Io credo di sì. E con programmi scadenti.