Da mesi, ormai, noi del Corriere vi teniamo aggiornati su quello che si preannuncia come l'evento della prossima stagione per gli amanti della fantascienza. Dopo anni di vacche magre segnati dall'ormai consueta messe di spettacolari baracconi di effetti speciali, film nel migliore dei casi senza lode, senza infamia e senz'anima, il colossale The Fountain si profila all'orizzonte come il campione in grado di risollevare le sorti cinematografiche del genere, rinverdendo un filone di impegno e speculazione che, con la dipartita di Stanley Kubrick, sembrava irrimediabilmente prosciugato. Ormai sono trascorsi anni dalle fantomatiche voci che davano Ridley Scott al lavoro su un possibile seguito di Blade Runner dedicato all'esplorazione delle colonie extra-mondo e Francis Ford Coppola indaffarato con il kolossal Megalopolis (curiosamente, stesso titolo che si era vociferato per il progetto di Scott). Film che, con ogni probabilità, non vedranno mai la luce. Ma se Darren Aronofsky dovesse anche solo confermare in minima parte le aspettative cresciute intorno al suo progetto, il popolo della fantascienza sarebbe legittimato a dormire sogni tranquilli. Sempre che gli riesca possibile, considerata la trepidazione montante in attesa dell'uscita del film, prevista per il prossimo inverno.

In occasione della convention internazionale di San Diego dedicata al fumetto, Aronofsky ha rilasciato qualche illuminante dichiarazione sulla sua ultima, titanica fatica. L'autore newyorkese, impostosi al culto dei fan e dei cinefili con Pi (allucinato thriller matematico) e Requiem for a Dream (un viaggio lucido e spietato negli atroci domini della tossicodipendenza), ha confidato all'attivissima SCI FI Wire di aver voluto creare un film altamente dettagliato in modo da prestarsi a una lettura stratificata. Obiettivo, questo, che ha necessitato di ben sei anni di lavoro per essere adeguatamente sviluppato. "Abbiamo lavorato sodo su un mucchio di cose. Così, se dovesse piacervi, vi consiglio di vederlo un'altra volta in quanto sono convinto che potrebbe piacervi ancora di più dopo la seconda visione".

Il lavoro alle spalle del film è consistito in un lungo processo di ricerca e

Un poster apocrifo di The Fountain, circolato quando Brad Pitt e Cate Blanchette erano ancora coinvolti nel progetto.
Un poster apocrifo di The Fountain, circolato quando Brad Pitt e Cate Blanchette erano ancora coinvolti nel progetto.

documentazione, necessario per elaborare un progetto concettuale che fosse coerente per quanto segmentato in tre frangenti temporali, ambientati rispettivamente al tempo dei conquistadores spagnoli del XVI secolo, nei nostri giorni di inizio millennio e nell'epoca della futura esplorazione spaziale, intorno al 2500. Frammentazione temporale, questa, che ha richiesto all'autore uno sforzo non indifferente per ricomporre i vari pezzi in un'unica visione. "Questi segmenti sono profondamente connessi tra loro" ha detto. "Infatti ci sono molti piccoli dettagli nascosti a collegarli, elementi che spero la gente riesca a cogliere. Come il motivo dell'albero della vita". Ma le somiglianze si estendono anche ai personaggi, i protagonisti delle tre diverse storie (che in realtà sono la stessa storia) e che infatti sono interpretati tutti da Rachel Weisz e Hugh Jackman. La coppia di attori ha preso il posto di Brad Pitt e Cate Blanchette, inizialmente indicati dalla produzione come protagonisti, e almeno a giudicare dall'affiatamento che hanno dato origine sul set non hanno fatto per niente rimpiangere i problematici predecessori.

Aronofsky ha voluto combinare nel film elementi di romance e fantascienza, in una sintesi chimica che si prevede quanto meno originale. "In ultima istanza il film si riduce a una storia d'amore, con un uomo che cerca la fontana dell'eterna giovinezza per la sua donna" ha continuato. "Questo è proprio ciò di cui tratta il film. Ma il racconto si arricchisce di molti altri spunti di interesse per tutti noi che amiamo la fantascienza". L'approccio al film è stato molto critico. "Abbiamo cercato di rispondere ad ogni domanda, senza lasciare punti in sospeso. Perché si sa che quando si guarda un film e qualcosa non si ricollega al resto la gente se ne chiede il senso. Questo è proprio quello che abbiamo voluto evitare. Volevamo che ogni cosa avesse un significato. Per questo abbiamo cercato di connettere tutti gli spunti". Adesso, per verificare che tutti i conti siano tornati, non ci resta che attendere quest'inverno. Forse è venuto finalmente il tempo di celebrare un nuovo nome nell'empireo degli immortali della fantascienza.