Dopo l'invenzione dell'Introdus, che permette la digitalizzazione della coscienza individuale e la sua introduzione all'interno dei calcolatori, l'umanità può scegliere se vivere una vita tradizionale nel mondo fisico o se passare la propria esistenza in un mondo simulato, diviso in città virtuali chiamate polis. La situazione di relativa stabilità sociale si mantiene fino a che un disastro di proporzioni (letteralmente) stellari comporta la quasi totale estinzione della vita sulla terra e mette in crisi la migliore teoria fisica che fosse mai stata formulata, ritenuta fino ad allora tanto elegante quanto inattaccabile.

L'umanità si scopre vulnerabile, e per evitare che un altra singola catastrofe di simili proporzioni dia il colpo di grazia alla civiltà umana si mette in atto una colossale diaspora, ovvero una dispersione del genere umano al di fuori del sistema solare.

Contemporaneamente si procede nella ricerca con lo scopo di capire dove possano trovarsi le teoriche che possano spiegare il disastro avvenuto, attendendo e sperando un'incontro con qualche intelligenza aliena che possa aiutare a fare luce su questo dilemma.

Personaggio principale del romanzo è Yatima, una coscienza generata a partire dal nulla (per questo chiamato orfano) dal sistema operativo che regola il funzionamento di una Polis, e che ha come maggiore talento quello di essere un instancabile ricercatore matematico.

Un romanzo come Diaspora può avere come effetto quello di dividere detrattori ed entusiasti in due fazioni nettamente separate. Le critiche che più facilmente possono venir mosse a lavori come questo riguarderebbero la freddezza e l'asetticità con le quali vengono narrate le vicende dei protagonisti, e il rigore scientifico (giudicato eccessivo) con il quale l'autore affronta le tematiche presenti; le scelte operate dall'autore impongono attenzione e impegno elevati da parte del lettore, forse troppo elevati per un'opera di intrattenimento. Proprio questi aspetti sono però gli stessi che vengono indicati come punti di forza da chi ha apprezzato il romanzo di Egan. Pur riconoscendo le imperfezioni che Diaspora presenta infatti, non si può fare a meno di apprezzarne la solidità, la ricchezza di tematiche e le numerose suggestioni che riesce a regalare.

E' raro leggere romanzi che tentino di spiegare la fisica sulla quale le vicende si basano con la precisione e l'efficacia incontrate nel libro di Egan. La sensazione di trovarsi di fronte ad un testo di divulgazione scientifica delle volte affiora, ma viene subito cancellata dall'allargamento di scala e di orizzonti che ciò che ci viene spiegato comporta nelle vicende. La scala e le proporzioni delle vicende narrate nel libro crescono infatti esponenzialmente col procedere della vicenda, spalancando abissi sempre più vertiginosi sotto gli occhi del lettore e lasciandolo quasi senza fiato.

Tra le tematiche presenti nel libro si trovano l'immortalità e i modi per affrontarla, il significato e gli effetti della clonazione di un essere senziente, l'incotro con intelligenze aliene, aspetti tutti trattati con rigore e verosimiglianza.

Per tirare le somme, Diaspora è un romanzo difficile, con molte pagine dedicate a spiegare questioni di fisica delle particelle, della teoria del caos, di universi a più dimensioni e altro ancora, ma se si riesce a superare (se non ad apprezzare) la lettura di queste parti indubbiamente ostiche si potrà gustare una fantastica avventura della conoscenza.

Da segnalare il primo capitolo, Orfanogenesi, che illustra con estrema efficacia i passaggi cognitivi che comportano la nascita di una coscienza "artificiale".

Il romanzo significativamente si chiude con un'elegia della matematica, definita dal protagonista unica vera sorgente di verità, immortale proprio in virtù della sua astrattezza.