John Logan, autore di sceneggiature come quella de Il gladiatore e di RKO 281, nonché evidentemente grande fan di Star Trek ha sfruttato per Nemesis in cui il Capitano dell'Enterprise ha a che fare con Shinzon, un suo clone progettato dai Romulani per ucciderlo e avere così a disposizione una spia perfetta. Visivamente eccitante, Nemesis segna l'incontro tra Picard e quella che potrebbe essere considerato il suo nemico perfetto, ma anche la fine di un'epoca per Star Trek con una serie di cambiamenti radicali e significativi, nonché ovviamente dolorosi per i fans. Commovente, Nemesis non è un film interessante e decisamente riuscito perché ricorre a momenti melodrammatici, bensì perché i personaggi e il livello della narrazione sono posti su un gradino più alto anche grazie ad un regista non trekkiano che oltre ad imporre un montaggio serrato, riduce il dramma alla sobria essenzialità. La sua forza narrativa sta tutta nel confronto tra Picard e se stesso - o almeno da un'altra parte di sé - interpretata da uno straordinario Tom Hardy che - nonostante la giovane età, nella versione originale - soprattutto grazie alla voce riesce a contrastare da pari a pari, l'impostazione shakespeariana di Patrick Stewart. In più - ed è questa la vera buona notizia - l'Enterprise torna protagonista di una grande battaglia (no, non si vede il ridicolo joystick di Insurrezione) nonché dell'intera storia. Nuovi gadgets, momenti di pura comicità, ed un gusto teatrale straordinario per il confronto tra i personaggi sono i punti forti di questo film che è sicuramente uno dei più riusciti dell'intera saga e senza alcun dubbio il migliore con l'equipaggio di The Next Generation dopo Primo Contatto. Un tono dark ed un confronto da "fine dei tempi" fanno sì che questo film, inaspettatamente, costituisca il compimento perfetto del viaggio iniziato sedici anni fa e che possa essere apprezzato dai non trekkers, anche se - in realtà - profondamente ispirato dalla filosofia guida di Star Trek.