L'acchiappasogni è un film irritante. Nonostante i suoi sforzi, nonostante l'evidente alto budget, nonostante degli attori - sulla carta - di qualità, il risultato è uno strano miscuglio di generi e situazioni che - dopo un inizio promettente - si sfascia in un crescendo di "puzzette" da fare invidia al soggetto de "Il ritorno del Petomane Nero". In fumo - è proprio il caso di dirlo - se ne va tutta la tensione possibile. Al centro della storia sono Jonesy, Henry, Pete e Beaver. Vent'anni fa erano solo dei ragazzini di una cittadina del Maine che avevano trovato il coraggio di reagire alla crudeltà dell'infanzia. Avevano infatti salvato un bambino di nome Duddits, aggiungendo inaspettatamente un quinto amico al loro gruppo. Ma questo atto eroico trasmise loro dei poteri soprannaturali, vincolandoli a qualcosa che andava al di là della normale amicizia. Ora i quattro sono diventati uomini, con vite diverse e problemi diversi, ma ancora ossessionati dal ricordo di quell'episodio, perché quei poteri sono più un peso che un dono. Quando un incidente rischia di uccidere uno di loro, all'inizio non si accorgono che sta tornando a incombere quel mistero che è in qualche modo legato a Duddits. Ma quando si incontrano per l'annuale visita al capanno da caccia nelle foreste del nord, felici di stare insieme, vengono colti di sorpresa dagli eventi. Prima arriva uno sconosciuto, un cacciatore che si è perso, inconsapevole del terribile contagio di cui è portatore. Lo insegue infatti un blizzard, una tempesta maligna in cui si muove qualcosa di molto più inquietante, una mortale forza aliena che si impadronirà di qualcuno di loro quattro e li costringerà a fare di nuovo appello ai poteri che hanno dimenticato di possedere... e a fronteggiare un orrore mai visto.

Un po' Stand by me, un po'Alien, un po' E.T. un po' perfino Independence Day, L'acchiappasogni è una volgarizzazione splatter di quello che potrebbe essere un grande film di fantascienza. Perfino Morgan Freeman, truccato con dei sopracciglioni ridicoli alla Breznev, sembra recitare malissimo. Ma la colpa è soprattutto del regista Lawrence Kasadan che - sebbene autore della sceneggiatura de L'impero colpisce ancora - da regista di film come French Kiss appare assolutamente incapace di gestire gli attori e la loro recitazione fatta di sfumature. In particolare i protagonista Thomas Jane e Damian Lewis offrono un'interpretazione talmente poco credibile, da risultare disturbante e sgradevole.