Sono passati vent’anni dalla conclusione di Star Trek: Enterprise, ultima serie televisiva del franchise trasmessa su UPN, con protagonista Scott Bakula nei panni del capitano Jonathan Archer. Da allora l’attore si è dedicato ad altri progetti, come le sette stagioni di NCIS: New Orleans, ma senza mai abbandonare del tutto il legame con l’universo di Star Trek. Negli ultimi anni Bakula, insieme allo sceneggiatore e produttore Michael Sussman, ha lavorato a un’idea che avrebbe potuto riportare Archer sullo schermo, questa volta in un ruolo inedito: quello di presidente della Federazione Unita dei Pianeti.

L’ispirazione è nata da un dettaglio inserito proprio da Sussman in uno degli episodi più celebri di Enterprise, In a Mirror, Darkly, Part II. In quell’occasione compariva infatti un database del futuro che raccontava il destino di Archer: dopo il congedo come ammiraglio, l’eroe della NX-01 sarebbe entrato in politica fino a diventare presidente della Federazione. Da questa nota di canone è scaturita l’idea di una nuova serie, sviluppata con Bakula, che avrebbe seguito gli anni turbolenti della neonata alleanza interplanetaria.

Il progetto, intitolato Star Trek: United, si presentava come un “thriller politico e dramma familiare”, con richiami a serie come The West Wing o Homeland. L’intento era proporre un racconto più maturo e realistico, capace di fare per Star Trek ciò che Andor ha fatto per Star Wars: storie adulte, centrate su dilemmi politici e morali, con un approccio diverso rispetto all’avventura spaziale tradizionale. Bakula, che aveva già interpretato Archer per quasi cento ore di televisione, si mostrò interessato a questa nuova prospettiva sul personaggio.

Sussman e Bakula arrivarono a presentare il concept a Secret Hideout, la casa di produzione di Alex Kurtzman responsabile delle nuove serie di Star Trek su Paramount+. Si trattava di una proposta preliminare, una panoramica ad alto livello in attesa di una presentazione più dettagliata. I dirigenti apprezzarono l’idea e la sottoposero anche ai vertici della Paramount, ma alla fine decisero di non proseguire. Il motivo? Da un lato la riduzione delle spese legate allo streaming, dall’altro la sovrapposizione tematica con Starfleet Academy, serie ambientata sulla Terra già in fase avanzata di sviluppo. Nonostante l’entusiasmo dei creativi, Star Trek: United non ebbe dunque luce verde.

Il progetto, tuttavia, non è stato accantonato del tutto. Sussman e Bakula hanno continuato a rifletterci, spostando l’ambientazione su Babel, pianeta storico della diplomazia interstellare, per distinguerlo ulteriormente dagli altri prodotti in cantiere. Con la recente acquisizione della Paramount da parte di Skydance, i due intravedono una nuova opportunità. Il nuovo CEO David Ellison ha dichiarato l’intenzione di investire maggiormente nello streaming e nei contenuti originali, e questo potrebbe creare lo spazio giusto per far rinascere United. Non è un caso che altri veterani del franchise, come Akiva Goldsman con il suo Star Trek: Year One, abbiano approfittato di questo momento per rilanciare i propri concept.

Intanto Sussman e Bakula continuano a mantenere vivo l’interesse dei fan. Alla convention STLV: Trek to Vegas entrambi parteciperanno a panel in cui, inevitabilmente, si parlerà anche del destino di Archer e del progetto incompiuto. Per i fan di Star TrekUnited resta un sogno affascinante: la possibilità di esplorare il lato politico e umano della Federazione attraverso gli occhi di uno dei capitani più amati.