Nella suggestiva Piazza Matteotti di Sarzana, in occasione dell'annuale Festival della Mente, ho avuto il piacere e l'onore di ascoltare la conferenza del Prof. Guido Tonelli, fisico al Cern di Ginevra e uno dei padri della scoperta del Bosone di Higgs. Titolo dell'intervento: L'invisibile meraviglia del vuoto con riferimento all'uscita del suo ultimo saggio L'eleganza del vuoto, Feltrinelli, e al tema principale del festival stesso sull'invisibile nelle sue molteplici accezioni.

Un evento a lungo atteso tanto che la vendita dei biglietti ha registrato immediatamente il “tutto esaurito” e la tensostruttura era letteralmente gremita.

Il Prof. Tonelli ha subito esordito con la differenza della concezione occidentale di “Vuoto” rispetto alla concezione orientale. Per noi occidentali il vuoto è di solito un concetto negativo “Ho lo stomaco vuoto” “ha la testa vuota”, noi vediamo la brocca, ma non il vuoto che verrà poi riempito dall'acqua, noi vediamo la ruota del carro, ma non il suo fulcro vuoto che gira. I nostri numeri romani non concepivano l'idea del vuoto, dello “zero” che verrà invece importato dall'India attraverso le popolazioni arabe. E dalla concezione occidentale Tonelli parla quindi dei filosofi greci, di Democrito e degli atomisti, del loro studio teorico sugli atomi eterni che appunto si muovono nel vuoto. Una filosofia prettamente materialistica che verrà poi tacitata per secoli sino ad arrivare a Galileo Galilei che, mettendo a rischio la sua stessa vita teorizza il vuoto e la caduta dei gravi. Tonelli continua con la storia del vuoto attraverso i secoli e i luminari, vengono  citati Newton ed Einstein, la gravità e le distorsioni spazio temporali che permettono l'equilibrio del nostro sistema solare e dell'universo stesso.  Una grande, immensa concentrazione di vuoto dove le cariche positive si annullano con altrettante cariche negative sino a raggiungere di nuovo lo zero. L'esempio più calzante è proprio quello di un metro cubo di vuoto assoluto che l'essere umano non può creare, ma che – se potesse – resterebbe vuoto per solo un istante perché per il principio di indeterminazione della meccanica quantistica non può restare stabile e subito, in quel metro cubo, si creerebbero nuove forze positive e negative. Così affascinante, così misterico, dove il tutto e il nulla si inseguono senza sosta, dove l'uomo alza gli occhi al cielo stellato e in quel vuoto vede e immagina mentre il Vuoto stesso nella sua immensità prende le più disparate e meravigliose forme come la nostra stessa Madre Terra e i suoi incantevoli paesaggi.