Si è spenta ieri, all’età di 82 anni, Chelsea Quinn Yarbro, una delle voci più originali e prolifiche della narrativa fantastica americana. Nata a Berkeley nel 1942, Yarbro ha attraversato più di mezzo secolo di letteratura con una produzione vastissima e sfaccettata, che spazia dall’horror alla fantascienza, dal romanzo storico al gotico soprannaturale.

La sua fama resta legata soprattutto al ciclo del conte Saint-Germain, vampiro erudito e cosmopolita che, a differenza di altri suoi simili, porta con sé non solo il peso dell’immortalità ma anche una profonda umanità. A partire da Hotel Transylvania (1978), Yarbro ha intrecciato la figura del suo protagonista con le epoche più diverse, restituendo al lettore affreschi storici accuratissimi e insieme carichi di suggestioni oscure.

Ma la sua penna non si è fermata al vampirismo colto e raffinato. Autrice instancabile – oltre settanta romanzi e decine di racconti – Yarbro ha dato contributi significativi anche alla fantascienza, con opere che univano speculazione scientifica e sensibilità sociale. Basti citare romanzi come Time of the Fourth Horseman (1976), che affrontava con visione quasi profetica il tema delle pandemie, o i cicli ambientati in futuri distopici, dove la riflessione etica non cedeva mai il passo alla pura avventura.

La sua carriera le è valsa riconoscimenti prestigiosi: dal Bram Stoker Award alla World Fantasy Convention, fino al titolo di “Grand Master” conferitole dall’International Horror Guild. Premi che hanno sancito non solo la qualità della sua scrittura, ma anche la sua capacità di ridefinire i confini di generi letterari spesso confinati in nicchie.