E così l'uomo che ha fatto sognare generazioni coi suoi viaggi nello spazio, William Shatner alias James Kirk, ce l'ha fatta. Nello spazio c'è andato davvero, e l'impresa a essere onesti non è stata affatto priva di una notevole dose di coraggio. Al di là del fatto che coraggio ne serve sempre molto, a mettersi in cima a una grossa botte di materiale altamente infiammabile per essere sparati in aria, ce ne vuole certamente di più per un uomo di novant'anni – compiuti lo scorso marzo. Gli appassionati di Star Trek hanno spesso scherzato sul fisico non esattamente atletico di Shatner, ma va riconosciuto che per la sua età vanta una forma e una lucidità invidiabile.

"Kirk" era tranquillo, il resto dell'equipaggio meno, visto il colore dell'uniforme…
"Kirk" era tranquillo, il resto dell'equipaggio meno, visto il colore dell'uniforme…

E il coraggio l'ha avuto anche Jeff Bezos, padrone di Amazon e di Blue Origin, nel volersi prendere il rischio di mandare su un razzo un uomo così anziano e insieme così famoso. Se fosse andata male sarebbe stata se non la fine certamente un colpo durissimo per le sue ambizioni di business nel turismo spaziale. È andata bene, ha dimostrato che chiunque può salire su uno dei suoi razzi e sperimentare questa incredibile emozione.

E Shatner ha fatto anche di più, ha parlato, descrivendo con una certa commozione (anche qualche lacrima) l'emozione che ha provato. Tutti dovrebbero provarlo ha detto, rivolgendosi a Bezos. È incredibile. Mi hai dato l'esperienza più profonda che abbia mai provato. Sono così pieno di emozione per ciò che è appena successo. Spero di non riprendermi mai da questa cosa. Spero di poter tenere in me quello che sto provando ora. Non voglio perderlo.

Guardi in alto e vedi il blu del cielo, e un attimo dopo sei lanciato in alto e a un tratto c'è il nero, è come togliere una coperta, il blu del cielo e ti trovi nel nero, nel nero!, e guardi giù e c'è il blu, la madre Terra, e su c'è il nero, la morte? È quella la morte? non lo so… è davvero una grande emozione.

Il volo era previsto verso le 16. Il conto alla rovescia è stato interrotto un paio di volte, l'ultima a un quarto d'ora dalla partenza quando gli astronauti erano già nella capsula. L'attesa è stata di un altro quarto d'ora supplementare, poi alle 16:49 il razzo è partito. In un paio di minuti ha raggiunto l'altezza considerata "spazio", oltre cento chilometri di quota (non "orbita" però, che parte da un minimo di 160), per poi ridiscendere. Il modulo con il razzo è atterrato regolamente senza incidenti, la capsula qualche minuto dopo, rallentata dai paracadute (anche se l'impressione è stata che il contatto col suolo non sia stato morbidissimo). In tutto una decina di minuti, che i quattro occupandi di quella navicella non dimenticheranno tanto facilmente.