Ornella Lepre è nata a Napoli nel 1981: redattrice di numerose riviste on line e collaboratrice del mensile Evolution, ha avuto la fortuna (o la sfortuna) di pubblicare un romanzo a soli vent'anni, davvero troppo presto perché un qualsiasi serio autore abbia qualcosa da spiegare (e dire) a se stesso e a un suo eventuale pubblico. Il fatto è che la Lepre non è Arthur Rimbaud che a diciannove anni con la sua elegantissima poesia visionaria poteva permettersi di asserire a voce alta di aver dato tutto quello che doveva dire tramite bocca della poesia. Il respiro delle montagne manca di poesia, di respiro poetico: è un frutto acerbo della poesia tradotta in fantasy.

Il tentativo della Lepre è stato quello di costruire una storia suggestiva, ma di suggestivo c'è solo una profonda ingenuità (o quasi!).

La trama in breve: le razze di un Continente fantastico si trovano improvvisamente minacciate da un potere oscuro, malefico.

Il mago Toran sapeva che un giorno Kaal si sarebbe liberato dalle Montagne Gemelle dove un tempo era stato relegato, dopo essere stato sconfitto nella terribile guerra che aveva coinvolto tutte le razze del Continente. Ma ogni prigione che si rispetti è fatta per essere scardinata, un cliché della fantasy. Kaal, una volta evaso, è spocchioso e crudele: non risparmia niente e nessuno, perché è certo che il suo potere non potrà essere contrastato da alcun essere vivente. La sua boria è tanto grande quanto la sua malvagità. Il ricordo dell'Alleanza, che ridusse Kaal ad una cosa inoffensiva cacciata dentro una prigione, è una reminiscenza pallida: troppi anni sono trascorsi dalla prima battaglia delle razze contro Kaal, e, oggi, le razze non nutrono una ferma volontà di unirsi per ricacciare la presenza demoniaca da dove è venuta. Alla fine qualcuno decide che è il caso di provare a andare oltre i pregiudizi razziali, infatti per ricacciare indietro Kaal occorre che si partecipi tutti alla lotta, e così le antipatie razziali vengono momentaneamente dimenticate almeno da alcuni impavidi: l'avventura comincia senza non pochi problemi. In un crescendo sempre più da favola romantica e sempre meno fantasy la battaglia contro il nemico ha inizio... Le remote Terre di Nemer, là dove sono le Montagne Gemelle, un tempo luogo di prigionia di Kaal, in queste terre la situazione è davvero brutta, e anche nelle regioni dell'Est il panico e il terrore sono diventati di casa. I Morik, servitori di Kaal nati dal Respiro delle Montagne, seminano il terrore nei villaggi e in ogni dove che ospiti la vita. I Morik si moltiplicano ad ogni minuto che passa: occorre intervenire subito o per il mondo sarà la fine. Il Mago Toran è pienamente consapevole del pericolo che minaccia il Continente; ma soprattutto è sicuro che nessuna arma normale o magica potrà mai sconfiggere Kaal, infatti questo diavolo può essere distrutto soltanto dal suo stesso potere.

La trama è essenziale, stiracchiata, quasi copiata da Il Signore degli Anelli, impossibile non rendersene conto; i dialoghi, molto semplici, soffrono di poca o nessuna spontaneità, così perdono di credibilità per rimanere prigionieri dei loro ruoli simili ad attori che recitano a memoria un canovaccio senza immedesimarsi nella parte loro assegnata. Nonostante l'editing, il romanzo rimane sostanzialmente un lavoro che indarno cerca di conquistare un posto nel panorama della fantasy intelligente. Sostanzialmente la fantasy creata dalla Lepre è a buon mercato, un po' heroic fantasy, un po' falsamente erudita.

In definitiva, Il respiro delle montagne di Ornella Lepre è un romanzo fantasy che non riserva grandi sorprese: scritto con uno stile asciutto, spesse volte essenziale, non scevro di pesanti tare grammaticali e sintattiche, è fantasy fin troppo nostrana. Il romanzo, almeno nelle prime battute, ha la pretesa di emulare i maestri della fantasy come J.R.R. Tolkien, E. R. Eddison, M. Ende, Ursula K. Le Guin, ma dopo circa cinquanta pagine il tono diventa melenso, patetico, quello della Rowling creatrice del personaggio Harry Potter, o meglio quello di una fiaba, una lunga fiaba che tende a soffocarsi con il suo stesso respiro! E' sostanzialmente un libro per bambini che fa ampio abuso dei cliché della narrativa di genere. Si legge tranquillamente nel giro di una notte: una lettura che consiglio ai bambini dagli otto ai dodici anni, perché quelli più grandicelli potrebbero annoiarsi a morte abituati come sono a confrontarsi con una civiltà dell'informazione che non risparmia loro nessun vizio interattivo.

Volendo spezzare una lancia in favore di Ornella Lepre, si potrebbe dire che Il respiro delle montagne è un libro di facile comprensione, quindi sicuramente adatto ad un pubblico giovane che non ha ancora una idea precisa della fantasy e come essa possa condurre l'animo umano lungo sentieri fantastici ed inesplorati. Quelli disegnati dalla penna di Ornella Lepre sono sentieri abbozzati, immediati, che sicuramente affascineranno una certa fascia di lettori giovani. Comunque, trattandosi di una opera prima di un certo rilievo editoriale, il lavoro dell'autrice è almeno un tentativo di scrivere fantasy nostrana con sensibilità femminile: in futuro, l'autrice potrebbe sorprenderci con un buon lavoro. Per il momento l'esordio di Ornella Lepre nel panorama fantasy è senza sorprese innovative veramente originali.