Satyrandroide , di Gianpaolo Roselli, autore pugliese al primo romanzo ma già autore di un paio di antologie di racconti, è la storia di un androide, uno dei tanti di una specie che si è evoluta lontano dalla Terra per cause e dinamiche poco chiare, avvolte da storie mitiche. All’inizio del romanzo si trova sulla Terra, confinato sulla punta della Calabria, dove svolge un lavoro che non lo entusiasma e vive le sue giornate con la malinconia per la sua casa e la diffidenza verso ciò che lo circonda.

È una storia di “destini” che si intrecciano ed è proprio a seguito di vari intrecci che Ulisse, questo il nome del protagonista, finisce per essere ostaggio di un criminale in fuga. Gran parte del romanzo si sviluppa proprio nel rapporto tra questi due personaggi i quali, durante la loro fuga, lungo un sud Italia fatto prevalentemente di borghi e boschi, affollato da un'umanità a volta ipertecnologica e a volte neoprimitiva, scopriranno non solo di provenire dallo stesso luogo ma anche di lottare entrambi contro gli stessi demoni. Sono accomunati infatti da un passato travagliato, che ha origine proprio nella loro "terra natia", e anche se nella loro vita hanno preso strade diverse, si ritrovano ad un tratto a cercare la medesima salvezza. 

È un romanzo che tende ad interrogarsi su cosa voglia dire “essere umani” in una società in cui gli individui artificiali, più o meno come i due protagonisti, idealizzano gli uomini, per quello che sono sempre stati, mentre questi ultimi, immersi in un inarrestabile progresso tecnologico, tendono sempre più a trasformarsi in macchine.

Il libro

Che cosa significa "essere vivi"? Qual è il confine tra la vita e la non vita? I protagonisti di questa storia sono androidi. Che provano emozioni. Eppure sono fuori dal circuito vita: sono macchine e le macchine, si sa, non provano emozioni. "Satyrandroide" è la storia di un viaggio che inizia nelle profondità dello spazio e continua per le colline e i borghi del Mezzogiorno; è la storia di Ulisse, ma anche di Beowulf e di Charlot, e di tanti altri androidi, che per salvarsi – ognuno dalle proprie sofferenze – provano la loro capacità a essere vivi, sfidando quel confine sottile che separa la vita dalla non vita. Nel farlo porteranno a galla il complicato e controverso rapporto che lega gli androidi agli umani, visti – a torto o a ragione – come modelli di perfezione a cui tendere. C'è in gioco, il riconoscimento di una loro, propria, "umanità".

L'autore

Ama da sempre inventare storie, raccontarle, evocarle. I racconti, qui sotto menzionati, sono usciti su diverse riviste letterarie nazionali, come Toilet, Inutile Opuscolo Letterario, Atlantidezine, e su antologie come Racconti d'Estate della Ensemble. 

È cresciuto a pane, Poe e Dylan Dog, ma se deve citare stelle che, più di tante altre, gli hanno indicato il cammino come autore, direbbe Marquez, Hugo e Calvino. Al posto della Bibbia metterebbe l'Odissea. Ha lavorato per testate giornalistiche locali e universitarie, ha scritto di heavy metal per Lumeen.it e Satyrandroide è il suo primo romanzo. 

Per vivere ha svolto sempre diversi lavori, ma questa è un'altra storia.

Gianpaolo Roselli, Satyrandroide, Ensemble, pagg. 368, euro 16.