Quasi seimila i partecipanti alla Worldcon finlandese, numero che fa di questa convention una delle più affollate al di fuori dagli USA (anche se lontana dal record di Londra 2014, che aveva superato i diecimila iscritti). La struttura è grande, ma messa a dura prova tanto che già giovedì gli organizzatori hanno chiuso le iscrizioni dichiarando il sold out. E in effetti non è facile accedere agli eventi più interessanti, per i quali occorre fare la coda almeno una mezz'ora prima. Gli intervenuti vengono da sessanta paesi, circa 1500 i finlandesi, venticinque gli italiani (anche se non ne abbiamo incontrato più di una dozzina), ottocento e rotti i britannici e ben 3200 gli americani. Resta quindi una convention soprattutto USA, al che viene un po' da chiedersi se abbia davvero senso fare convention in altre parti del mondo, se poi la stragrande maggioranza dei partecipanti deve spostarsi dagli USA. 

E la cosa curiosa è che nei prossimi anni fuori dagli USA ce ne saranno diverse: l'anno prossimo San José in California, ma già nel 2019 si torna in Europa, a Dublino; poi New Zealand, con la candidatura, per ora unica, per il 2020. Sarebbero a questo punto tre Worldcon off-USA su quattro, cosa mai vista nella storia.

Oggi Alle 10 (ormai troppo tardi per questa volta) impareremo come scrivere un miglior report di una convention con Åka Davour. Se vi interessa la distopia, alle 11 ne parlano Joe Abercrombie, Vince Docherty e altri. Contemporaneamente però Mary Robinette Kowal, Elizabeth Bear, Erika Vik, Walter Jon Williams e Karen Lord sono tutti pronti a spiegare come si comincia a scrivere il proprio primo romanzo, e in un’altra sala Mur Lafferty e altri patlano di sport nella fantascienza.

Alle 12 si parla di cambiamento climatico con Ian Watson; nello stesso momento in un’altra sala Maurizio Manzieri parla di illustrazione digitale e astronavi. 

Alle 13 ci sono un tema fondamentale mai affrontato, i gatti degli scrittori di fantascienza, con Karen Haber, Robin Hobb, Elizabeth Bear, Lettie Prell, Jeff Vandermeer, mentre nello stesso momento si raccontano le previsioni sbagliate della fantascienza con Robert Silverberg, Annalee Newitz e altri; si parla di world building con George R.R. Martin alle 14:00 e alla stessa ora Aliette de Bodard, Ken Liu e portano l’esperienza di autori multilingua; alle 15 Ian McDonald parla di “Mundane SF”, ovvero di fantascienza ambientata sulla Terra. Alle 16 è ora di merenda con Aliette de Bodard che parla del cibo nella fantascienza. Alle 18 Charles Stross parla dell’argomento che, in Italia, sembrava non sopportare più: la singolarità tecnologica. E alle 19:30 sfilata dei costumi!