Fino a qualche giorno fa sembrava che questa annata d'oro delle serie tv sarebbe stata sconvolta da un terremoto: un nuovo sciopero degli sceneggiatori. Scioperi del genere ce ne sono già stati, provocando disastri, cancellazioni di serie, stagioni saltate o accorciate. E con tutta la carne al fuoco che c'è di questi tempi, con serie ad altissimo budget, più sempre grandi nomi del cinema impegnati nel mondo televisivo, sarebbe stato un disastro. Per fortuna, alla fine l'accordo è stato trovato, e lo sciopero scongiurato.
Ma la prossima volta potrebbe non andare altrettanto bene agli sceneggiatori. Perché tra le tante professioni che vengono messe a rischio dall'invasione dei "robot" e delle intelligenze artificiali parrebbe esserci anche la loro.
È questo l'argomento di un corto, It's No Game, diretto da Oscar Sharp e da Ross Godwin, che racconta la storia di due sceneggiatori, interpretati da Tim Guinee e da Thomas Payne che vengono chiamati da una produttrice, Sarah Hay, per ricevere l'annuncio di essere stati sostituiti da un'intelligenza artificiale che si fa chiamare Benjamin. La dimostrazione della qualità del lavoro di Benjamin viene data da un attore-robot, interpretato da David Hasselhoff, che prende benissimo in giro se stesso parlando con uno "smartwatch" stile Supercar.
Bene, l'idea è divertente, lo svolgimento anche. C'è solo un piccolo problema. Il problema è che Ross Godwin, uno dei due registi, non è proprio un regista, ma uno scienziato che si occupa di intelligenze artificiali. E la sceneggiatura di questo corto non è stata scritta da un essere umano, ma da un'intelligenza artificiale: Benjamin.
Non è il primo film di Benjamin, del quale era già uscito tempo fa Sunspring. A Benjamin viene fornito un corpus di sceneggiature, e su questa base il software impara a scrivere frasi di senso compiuto, che poi ordina a creare una trama seguendo determinati algoritmi.
Il risultato è sicuramente valido e divertente. O preoccupante, decidete voi…
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