Iniziare la giornata con conferenze di futurologia alla mattina ha due conseguenze: da un lato si attivano pensieri che permangono durante le proiezioni, dall’altro diventa un po’ dura arrivare vivi a mezzanotte. Per questo noi di Fantascienza.com decidiamo di fare scorta di energie pranzando in Slovenia con membri di Radio Fragola, nota emittente triestina, che ci danno la loro visione del Trieste Science+Fiction. “Ormai è un’istituzione locale, con una sua storia. A loro non interessa più promuoversi al di fuori della città, se non all’estero” afferma Alice, 36 anni. “Il Friuli è una regione ottima per ottenere fondi per un festival. Infatti abbiamo anche il Far East di Udine, altra super manifestazione cinefila” aggiunge Dario, 37 anni. 

Arriviamo in una sala Tripcovich piena a metà giusto in tempo per prendere una Forbidden Planet (una delle ottime birre fantascientifiche disponibili) e iniziare a vedere Realive. Il regista spagnolo Mateo Gil azzecca un bel miscuglio di sci-fi e dramma amoroso, pur essendo noto perlopiù come sceneggiatore di Apri gli occhi. In effetti qualche aspetto in comune la pellicola di Amenabar ce l’ha, ma qui le tematiche vita-morte-amore sembrano trattate con più attenzione.

È il turno poi di Creative Control, finora il momento più divertente del s+f. Con qualche richiamo a serie come Madmen e Black Mirror, si ride spesso durante la storia di questo pubblicitario in piena crisi durante lo sviluppo della campagna di un prodotto simile ai Google Glass. Cento minuti di tradimenti, droga e alta tecnologia, mentre personaggi memorabili si lanciano in dialoghi esilaranti. Una chicca.

Convinti di aver visto il meglio, ci rilassiamo con una bottiglia di Life On Mars, ma all'improvviso arriva Mon Ange. Il film francese racconta dell’amore tra una ragazzina cieca e un bambino invisibile. Se non avessimo cuori di pietra, avremmo pianto a secchiate anche noi come altri in sala. Vi invitiamo a vederlo prima possibile per testare voi stessi la profondità e la leggerezza di questo racconto, estremamente delicato e mai stucchevole. L’applauso a fine proiezione è lungo e sentito. L’attrice protagonista, vera gioia per gli occhi, sale sul palco tra i fischi di qualche maleducato, tra cui noi. Chiusura inevitabilmente un po’ fiacca con Kill Command, un onesto action militare pieno di robot e sparatorie. Quando metà plotone è già stato massacrato dalle macchine, le nostre palpebre decidono di ritirarsi.