Ci siamo. Prometheus è stato tenuto il più possible sotto un velo di silenzio, ovviamente al fine di alimentare l’attesa intorno a un film nato dalla costola del mitico Alien di Ridley Scott, ma la relazione fra il vecchio e il nuovo è stata oggetto di speculazione per mesi e mesi. Sequel? No. Reboot? Assolutamente no. Prequel? Forse sì, anzi no.
Prometheus dovrebbe di fatto essere ambientato nell’universo di Alien e condividerne alcuni elementi fondanti, ma le relazioni si fermerebbero qui. 20th Century Fox ha rotto finalmente gli indugi pubblicando un nuovo trailer (il link è nelle Risorse in rete) da cui si capisce la trama. In sintesi: una squadra di esploratori scopre un importante indizio sulle origini del genere umano, il che li conduce in un viaggio carico di pericoli negli angoli più bui dell’universo, da cui emerge una minaccia che potrebbe segnare la fine dell’uomo.
In una recente intervista rilasciata al Wondercon tenutosi a Ananheim, California (presenti Ridley Scott, lo sceneggiatore Damon Lindelof e l’attore Michael Fassbender, che nel film interpreta David, un androide), sono stati disegnati con più chiarezza i contorni del progetto. Prima di tutto, la conferma: non si tratta di un sequel o un prequel di Alien. Sebbene in origine si pensava in effetti a un prequel, l’idea è stata abbandonata in considerazione del fatto che il pubblico si sarebbe emozionato poco di fronte a una trama il cui esito è noto.
E poi Scott non voleva ripetersi.Tanto che Prometheus – spiega – non sarà né un horror né un film di fantascienza. O almeno non sarà così facilmente etichettabile. Ci sarà molta avventura, ma anche humor. E – manco a dirlo – il finale lascerà le porte aperte a un sequel. Ecco un altro motivo per cui è stato evitato il prequel: la scena finale non poteva coincidere con l’inizio di Alien, ovvero Kane (John Hurt) che trova le uova aliene.
Altro argomento: la tecnologia. Si è spesso letto che il film avrà una "cutting edge technology" (tecnologia allo stato dell’arte). Che cosa significa nello specifico? Scott non è entrato nei dettagli, ma ha dichiarato che il suo staff ha lavorato molto per aggiornare le tecnologie rispetto ad Alien, "quando cose semplici come i computer e i monitor non animavano la nostra visione del futuro". E ha fatto un esempio: "Nel 2083, se mi vado nello spazio, perché mai dovrei avere un casco con punti ciechi?". Ecco allora i caschi interamente trasparenti che vedremo nel film.
Poi è intervenuto Fassbender, l’androide David che viene lasciato due anni e mezzo da solo mentre il resto dell’equipaggio è in missione. C’è qualche punto di contatto con Blade Runner? A sentire Fassbender sembrerebbe proprio di sì. David scopre gradualmente come far passare il tempo e divertirsi, sviluppando tratti tipicamente umani come l’immaginazione. David è stato disegnato per integrarsi nell’ambiente, ma inizia a cambiare nel momento in cui si lancia autonomamente in associazioni di idee. Un po’ come Roy Batty? "David è un prodotto di massa – ha commentato Lindelof – ce ne sono altri ventimila come lui in giro per lo spazio. Ma come i nostri smartphone, che si possono caratterizzare con diverse applicazioni, anche David diventa qualcosa di unico."
L’attesa sale. E purtroppo in Italia dovremo aspettare settembre, mentre il resto del mondo si godrà Prometheus a giugno. Per ingannare l’attesa, fra le Risorse in rete il nuovo trailer, il vecchio trailer, il teaser e un video virale in cui Peter Weyland (Guy Pearce), presidente della potente Weyland Industries, racconta al celebre (e reale) show Ted Talks la sua versione del progresso umano. Il culmine del suo discorso è una frase raggelante: "Noi oggi siamo dei".
20 commenti
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Se fosse vero, come mossa, sarebbe pari a quella di Asimov quando ha unito il ciclo dei Robot con il ciclo della Fondazione!
Non sarebbe più un film: diventerebbe un evento mitologico! :
lo puoi dire forte... e ne vado anche fiero
ti dirò di più... la parte fica dell'essere nerd, che consiste un po' nell'essere un genialoide del computer... bè... quella mi manca
Eh però non vorrei mandare in vacca l'aulicità del tutto, ma la frase finale di Blade Runner c'entra come la rava e la fava con Prometheus o Alien, frutto di una libera interpretazione/improvvisazione di Rutger Hauer, senza che peraltro fosse prevista nel copione da Scott.
Sì in effetti se la connessione tra i due si fermasse a Orione, sarebbe abbastanza flebile... ma poi non ci vorrebbe molto per dire che l'universo narrativo è lo stesso, basterebbe introdurre qualche "replicante", qua e l'ha... (un poco diversi dagli androidi di Alien ma alla fine non del tutto dissimili) il fatto che il monologo l'abbia improvvisato (se ho capito bene) Rutger Hauer credo che sia relativo, ormai quel monologo è entrato nell'immaginario fantascientico e dall'altra parte Ridley Scott ha avuto tempo dopo per pensarci su, non credo proprio che possa uscire fuori dicendo che aveva immaginato Prometheus 30 anni fa... anzi più volte ha affermato che dall'idea iniziale che aveva, ha tratto qualcosa di diverso...
Bisogna dire che ho fatto una piccola ricerca su wikipedia ed in effetti Blade Runner è ambientato nel 2019 (tra 7 anni!?) mentre per Prometheus si parla del 2083(?), basterebbe questo forse per lasciare alla mia supposizione il tempo che trova...
Era un'idea che mi era balenata in mente e che mi affascinava, secondo me, sarebbe meraviglioso vedere i "bastioni" di Orione... (qualunque cosa essi siano!).
Non vedo l'ora cmq di vederlo al cinema... anche senza "bastioni".
Ieri mi sono rivisto Alien vs Predator. Dio mio Raul Bova recita da cani sia in italiano che in inglese.
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