È online da circa due settimane, ma a sentire Hollywood Reporter (e Usa Today) si è già posizionato sulla rampa di lancio per il grande schermo. Si tratta del corto Rosa, animazione dal forte impatto visivo che si sta velocemente aprendo la strada online per bussare alla porta di qualche grossa casa di produzione oltreoceano, lasciandosi dietro una scia di fan (già oltre ottomila i “Mi piace” su Facebook).
A vedere il corto, viene naturale immaginarsi da una parte la squadra di specialisti che lavora sull’abbondanza di dettagli di cui strabocca ogni scena, dall’altra la squadra che studia minuziosamente le dinamiche dei combattimenti high-tech/kung fu in pieno stile Matrix, qualcun altro che si occupa delle musiche, senza contare sceneggiatore, regista e una lista ancora lunga di collaboratori di vari.
Invece, trascorsi i nove minuti, non ci sono titoli di coda. Per un semplice motivo: Rosa è realizzato da una sola persona, in un anno. Jesus Orellana, spagnolo classe 1981, è un giovane ed emerito sconosciuto, almeno fino a oggi. E, riguardando le sequenze, riesce difficile credere che tale oggetto possa davvero esistere, almeno con queste premesse. Ma tant’è, Rosa ha già fatto il giro del mondo con tappe al Los Angeles International Short Film Festival, a Rio De Janeiro, Seattle, Toronto, New York, Nantes. Altre verranno.
Di cosa parla Rosa? Il titolo è anche il nome della protagonista, un ragazza-cyborg che si anima in uno scenario post-apocalittico dove ogni forma di vita è scomparsa. Rosa esplora il mondo che le sta intorno e scopre subito di non essere l’unico essere sopravvissuto. Dovrà lottare per continuare a esistere.
La storia, ovviamente semplice, è però sostenuta da un comparto visivo, da un ritmo serrato e da una fotografia curatissima, tant’è che fa comunque il suo effetto. La grande attenzione che Orellana è riuscito ad attirare su di sé l’ha galvanizzato a tal punto che si è subito messo al lavoro sul lungometraggio. E chissà che non abbia già un contratto in tasca.
9 commenti
Aggiungi un commentoPerché deve essere proprio Matrix il punto di riferimento di questo corto?
E se fosse invece "Ghost in the shell"?
In fin dei conti i personaggi sono androidi o cyborg.
Corto visivamente interessante. Notevole per essere il lavoro di una sola persona.
Ma poco originale alla fine.
Palomino.
Credo che l'originalità s'intraveda nella descrizione dello scenario che si legge nel sito a compendio del filmato.
Non è immediatamente evidente durante la visione del corto, ma si può intuirla.
Credo che come lavoro di formazione possa bastare e avanzare pure.
Se con questo si è scaldato le mani, non vedo l'ora di rivederlo in azione.
Impressionante e stupendo visivamente. Il suo realizzatore è un genio.
Mi ricorda molto Alita
Capisco, ma i combattimenti a mani nude (e non solo, visto che fanno la loro parte una lama e una semiautomatica), non sono mica nati con (o diventati esclusiva di) Matrix.
Certo che un'anno di lavoro per nove minuti, è un gran segno di dedizione.
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