Fragment, romanzo d'esordio di Warren Fahy si inserisce nella grande tradizione dei "mondi perduti", zone isolate dove vivono animali sconosciuti o ritenuti estinti: stavolta questo remoto territorio non è popolato da dinosauri ma da creature ben più terribili.

L'isola di Henders, sperduto fazzoletto di terra nell'immensità dell'oceano, nasconde infatti i discendenti di una linea evolutiva differente da quella a cui siamo abituati, esseri con i quali anche i nostri più agguerriti predatori non possono competere.

Scoperta nel 1791 dal capitano Ambrose Spencer Henders, che ritenne saggio descriverla come uno scoglio desolato e disabitato, l'isola rimane dimenticata sino a quando una troupe televisiva, impegnata nelle riprese di un reality show a sfondo scientifico, non la raggiunge.

Le immagini in diretta della triste fine di alcuni membri della spedizione scatenano reazioni contrastanti, c'è chi le ritiene un trucco e chi lo svelarsi di un terribile pericolo, in ogni caso la marina statunitense mette subito l'isola in quarantena, stabilendovi un laboratorio di ricerca e, giusto per stare sul sicuro, preparandosi per l'opzione nucleare.

Immediatamente si comprende che l'evoluzione ha prodotto forme di vita che rappresentano un pericolo mortale, l'ecosistema terrestre non potrebbe assolutamente competere con queste creature: è imperativo impedire che esse possano lasciare l'isola.

Ma forse questa nasconde più cose di quante ne immaginino gli scienziati, e la distruzione totale potrebbe non essere una buona idea.

Fragment si ispira a modelli illustri, sfortunatamente Fahy e un autore ben lontano dal livello raggiunto da Sir Arthur Conan Doyle o da Micheal Crichton, dopo un inizio promettente la storia cala di tono, e lo stile abbastanza scialbo certamente non aiuta, anche se le scene di azione non mancano certo.

In generale i personaggi mancano di spessore, Nell Duckworth, la botanica della spedizione, è abbastanza ben delineata, gli altri sono stereotipi, Thatcher Redmond, il cattivo, è davvero cattivo (oltre che un po' stupido), e fa la fine che merita,  Goffrey Binswanger è lo scienziato anticonformista ma brillante... e se vi ricorda qualche altro scienziato del genere c'è un motivo.

L'unico elemento che differenzia il romanzo da decine di altri science thriller è la creazione di un'intero ecosistema, con animali e piante letali e affascinanti, plasmati da spinte evolutive molto più forti di quelle del resto del mondo.

Belli i disegni e le schede del discoformica e del ratto di Henders, animali piccoli ma estremamente pericolosi, peccato che non tutti gli animali presenti sull'isola siano così ben rappresentati.

Da un punto di vista scientifico il concetto di un continente ridotto alle dimensioni di un'isola non sta tanto in piedi, e pensare che gli spietati predatori dell'isola discendano dalla gustosa cicala di mare lascia perplessi, tuttavia ci sono molte discussioni scientifiche interessanti nel libro, e l'ecologia dell'isola non è certo più improbabile della rinascita dei dinosauri.

In definitiva un'opera prima con molte lacune ma anche spunti interessanti, se vi appassionano i romanzi del genere probabilmente Fragment vi piacerà, in caso contrario potete ignorarlo senza rimpianti.