Una domanda ovvia: qual è lo scrittore inglese di fantascienza che lei ammira maggiormente?

Personalmente ammiro molto Ian Watson, e anche l'opera del mio vecchio amico Michael Moorcock.

Il tema della sospensione e del superamento della coscienza è comune a numerosi suoi racconti, dai vecchi Le voci del tempo e Dalla veranda fino ai recenti Mitologie del futuro prossimo e Notizie dal sole. Il suo interesse per questo argomento può essere spiegato razionalmente?

Forse: come il desiderio di svolgere esperimenti metafisici...

Crash è uno dei suoi romanzi più significativi: che cosa ha rappresentato per lei e per la sua narrativa?

Potrei sbagliarmi, ma penso che Crash sia il mio romanzo più importante in assoluto.

Per concludere: alla luce delle esperienze e dei risultati ottenuti da New Worlds e dalla New Wave, ritiene che attualmente la fantascienza abbia una ragione di esistere?

Certo, penso che questo sia un momento estremamente importante per la fantascienza e che, sotto molti aspetti, noi stiamo vivendo in una decade simile per importanza a quella degli Anni cinquanta, la prima cosiddetta "età dell'oro" della fantascienza moderna. Le nuove e sempre più avanzate tecnologie stanno cambiando il mondo in cui viviamo... ricerche mediche ai confini della creazione della vita, telecomunicazioni avanzatissime, computer, eccetera. Una meravigliosa opportunità per una nuova generazione di scrittori di fantascienza.