La sensazione che si ha, vedendo il filmato qui sotto, è che le sentinelle di Matrix - quelle che si muovevano in ciò che restava delle vecchie fogne delle metropoli fine XX secolo – siano davvero tra noi.

Entro un anno e mezzo questi robofish, a stormi di cinque, potranno essere immessi nel Tamigi alla ricerca di sostanze inquinanti; una mappatura sistematica dei punti critici che si affiderà ai sensori presenti in ognuno di questi strani pesci e al Gps, che garantisce l’identificazione esatta della zona in cui essi sono. I dati verranno invece diffusi col Wi-fi, sfruttabile anche per una sorta di dialogo tra questi robot evoluti. Un risultato che sarà tridimensionale, il che garantirà la conoscenza di ogni settore dell’importante fiume britannico a una spesa alquanto modica: l'intero progetto è costato circa 22.000 euro.

In realtà, gli scienziati (capitanati dal dottor Dongbing Gu) pensano di mettere a punto questi oggetti a motore (probabilmente elettrico, ma non è chiaro) nei porti, e solo a quel punto estendere l'utilizzo anche nel Tamigi. A osservare il filmato vengono i brividi perché si nota quanto il nuotare fluido e ondulatorio di questi robot sia così simile a quello dei pesci reali.