È in libreria dalla fine di gennaio la ristampa di una delle opere più avventurose del grande artista di Providence. Parliamo de Le montagne della follia (At the Mountains of Madness, 1936). L’opera in edizione integrale viene presentata da Carlo Lucarelli.
Il romanzo venne scritto da Lovecraft nel 1931 ma l’autore ebbe difficoltà a trovare un editore disposto a pubblicarlo e venne stampato solo nel 1936.
Possiamo dire che questo romanzo è un antesignano del genere di racconti su spedizioni verso regioni polari che nascondono nel gelo misteri e cose da non risvegliare. Ricordiamo a tale proposito anche La cosa da un altro mondo di John W. Campbell (dalla quale sono stati tratti due film), ma anche il Senso di Smilla per la neve.
Nel romanzo l’autore narra di una spedizione verso l’Antartide per ricerche sul campo e la eventuale catalogazione di specie viventi sconosciute. Ben presto questo si trasforma in una incredibile scoperta scientifica. Si trovano delle creature aliene ibernate che però si svegliano e prendono a uccidere i vari membri della spedizione.
Resta un solo superstite che si aggira nelle gallerie all’interno delle montagne e nella fuga scopre inoltre che quelle terribili creature sono a loro volta prede di altre ancora più mostruose.
Un romanzo che nonostante il tempo trascorso non ha perso nulla in freschezza di idee e che mette in lettore in uno stato di vera angoscia.
L’autore. Artista geniale e spietato indagatore del lato oscuro dell´animo umano, Howard Phillips Lovecraft è, insieme a Edgar Allan Poe, il padre della narrativa gotica americana, uno degli autori più affascinanti di tutti i tempi.
Nacque nel 1890 a Providence nel Rhode Island. Cresciuto in un ambiente familiare poco felice, dopo un’infanzia trascorsa in totale solitudine fu costretto ad affrontare ancora in giovane età terribili difficoltà economiche, contro le quali lottò fino alla fine dei suoi giorni. Si guadagnò da vivere col mestiere ingrato e mal pagato di revisore dei testi narrativi di aspiranti scrittori. Divenuto, ancora vivente, una vera e propria “leggenda”, morì nella sua Providence nel 1937.
La quarta di copertina. Le montagne della follia è il romanzo più avventuroso di Lovecraft, quello dove il genere dell'orrore trova nella dimensione psicologica il luogo da pervadere con un senso di inquietudine sottile e contagioso. Ambientato in Antartide, Le montagne della follia racconta le gesta di una spedizione scientifica alle prese con reperti vecchi di milioni di anni; vestigia di un'antichissima civiltà, scomparsa da millenni, custodite da esseri che, giunti sulla Terra dalle profondità del Cosmo, sono tornati alla vita dopo un lungo periodo di ibernazione. Nel sottosuolo antartico, i protagonisti della vicenda vivranno una serie di avventure da incubo,eventi talmente terrorizzanti da spingere i membri della spedizione sull'orlo della pazzia. Lovecraft, mettendo in scena la suaoriginale visione del Cosmo, tesse una trama avvincente, catapultandoil lettore in un mondo visionario e fantastico dominato dalla paura e dall'orrore.
Howard P. Lovecraft, Le montagne della follia (1936, At the Mountains of Madness).
Traduzione di Gianni Pilo, Newton Compton editori, collana Tascabili Deluxe, pagg. 144, euro 9,90.
9 commenti
Aggiungi un commento"Quando si leggono per la prima volta i racconti di Lovecraft, a scatenare l'impressione più intensa sono probabilmente le descrizioni architettoniche di L'Ombra venuta dal tempo e Alle Montagne della Follia. Qui più che altrove ci sentiamo al cospetto di un nuovo mondo. La paura stessa scompare. Ogni sentimento umano scompare, tranne la fascinazione, isolata per la prima volta con tanta purezza. (...) Come quella delle grandi cattedrali, come quella dei templi indù, l'architettura di H.P.Lovecraft è molto più di un matematico gioco dei volumi. Essa è completamente intrisa dell'idea di una drammaturgia essenziale, di una drammaturgia mitica che contagia del proprio senso l'edificio. Che teatralizza anche lo spazio più angusto, utilizza le risorse congiunte delle varie arti plastiche, trae profitto dalla magia degli effetti di luce. E' un'architettura viva, poichè riposa su un concetto vivo ed emozionale del mondo. In altre parole, è un'architettura sacra." M. Houellebecq
Bellissimo anche quello.
non sto nemmeno a rispondere a certi commenti basati sulla droga delle fiction di ospiti che mai più ricapiteranno qua.
bravo kaos! non rispondere va che è meglio. Qui quelli che si drogano di qualcosa sono ben altri, nevvero?
Sicuramente è una delle opere lunghe più degne di Lovecraft e se letto nell'atmosfera giusta è quasi ancora più terrificante de "La cosa" di Carpenter (il celebre film, intendo). A me sotto molti aspetti ha ricordato lo splendido romanzo "Etidorhpa", di John Uri Lloyd, che consiglio vivamente a chi ha amato questo (credo anche che Lovecraft abbia avuto in quel romanzo la fonte di ispirazione per questo).
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