In genere si pensa a chi gestisce un canale televisivo come a eminenze grige che guardano solo a costi e profitti, ma qualche volta capita, invece, che ci siano dei veri appassionati. Uno di questi è - o meglio era, perché da inizio ottobre ha cambiato attività - Giusto Toni, una carriera in tv ma benemerito per la fantascienza per tutte le serie che ha portato in Italia sul canale Jimmy durante i molti anni della sua direzione.

Tra le tante serie di sf trasmesse da Jimmy non c'è stata (se ci ricordiamo bene) X-Files, ma questo non toglie che Toni fosse un appassionato della serie e la conoscesse anche piuttosto bene. Ed è interessante leggere quello che di questa serie dice un esperto, un professionista del settore come lui, in un'intervista apparsa sul sito X-Files Blue Book.

"La fantascienza ha sempre avuto un link preciso con movimenti culturali e con il clima generale in cui si sviluppava, nascendo come letteratura popolare non poteva e non può tuttora essere slegata dai sentimenti e dalle angosce più profonde della gente comune. Può essere visionaria, come lo fu Dick, può essere ironica e paradossale, come quella di Sheckley, ma non può essere avulsa dalla proiezione che ognuno fa del suo futuro, proiezione strettamente condizionata dal presente in cui vive" dice Toni, affrontando il rapporto tra X-Files e 11 settembre. "La fantascienza eroica anteguerra era l'erede naturale di Verne, della lotta dell'uomo nel nome di una scienza positiva e con una visione illuminista e laica dell'universo. La fantascienza nata dalla II guerra mondiale identificava un nemico, l'altro, ma lo affrontava in battaglie spaziali o su pianeti ostili armi in pugno, faccia a faccia, in una sorta di perenne replica della guerra convenzionale. Oppure, pochi e geniali, rifiutavano quello scontro assoluto tra culture ed ipotizzavano anche società e mondi migliori, come il grande Roddenberry. Crollato il muro di Berlino e con il dissolversi apparente del pericolo della guerra  totale, ha  preso piede  la teoria del complotto globale ed il

rimettere in discussione certezze ed assiomi della nostra storia e del nostro passato, ed in questo Chris Carter è stato il primo ed il più grande. Ma Ground Zero ha cancellato questa tendenza, soprattutto nella fantascienza anglosassone, ridando fisicità al nemico ed identificandolo con tutto ciò che è diverso e che può turbare le nostre rassicuranti certezze. X-Files rimane una serie ancora attuale nel linguaggio  ma travolta dalla paura abilmente coltivata dai media più che dagli eventi stessi che hanno segnato questo decennio."

Il resto dell'intervista, raccolta da Massimiliano Gabriele, all'indirizzo www.x-filesbluebook.com/x-filesbluebook_00003d.htm