A tutti gli innamorati che ancora non hanno capito cosa li aspetta. A tutte le anime belle che ancora non si sono guardate allo specchio. A tutti quelli che ancora credono nei buoni sentimenti: tra un sandwich di salame di topo e l’altro, è un ottimo momento per smettere.

Leonardo Ortolani (meglio noto come Leo), classe 1967, esordisce nel 1989 sulla rivista Comic Art pubblicando la prima storia di quella che, diversi anni dopo, sarebbe diventata una (bimestrale) serie a fumetti pubblicata dalla Panini Comics: Rat-Man. Il supereroe (senza poteri) dal muso di scimmia e le orecchie da topo è forse la creatura più famosa del Leo nazionale, ma non l'unica. Tutta l'opera di Ortolani è caratterizzata da una forte componente autobiografica tanto che si potrebbe dire che a ogni momento della sua vita corrisponda una serie a fumetti. Le (dis)avventure giovanili sono narrate con Gli Intaccabili, il servizio militare in L'ultima burba e una travagliata storia d'amore finita male diventa Venerdì 12, chiaro riferimento parodistico (insieme alla maschera del protagonista) al film dell'orrore Venerdì 13.

Venerdì 12 ottobre, per il compleanno della sua amatissima Bedelia, Aldo (trasposizione dell'autore) compra, o meglio viene in possesso, di un bellissimo carillon con la ninna nanna di Brahams, sicuro di farle un regalo gradito. Il vecchio negoziante lo mette però in guardia su una maledizione secondo cui se dovesse regalarlo a una donna che non lo ama si trasformerebbe in un mostro per il resto dei suoi giorni, a meno che non riesca, poi, a regalarlo a un'altra donna innamorata di lui oppure a uccidere una vergine. Sicuro dell'amore corrisposto di Bedelia, si precipita da lei che puntualmente lo pianta in asso lasciandolo in preda alla maledizione. Aldo diventa così un mostro solitario che passa le giornate a tormentarsi per l'amore perduto nel culto della sua Bedelia e nei ricordi che ha di lei, nei quali (per lui) i due sono una coppia felice e innamorata.

L'unica spalla sulla quale piangere gli viene offerta da Giuda, il suo "fedele" servitore, materializzatosi subito dopo l'apertura del carillon e che gli starà vicino fino alla fine.

In Venerdì 12 Leo racconta che cosa significa essere abbandonati dalla donna che si ama alla follia e come "sopravvivere per poterlo raccontare", e lo fa nel suo personalissimo stile ricco di comicità ma soprattutto umorismo nero e fulminante, il "sentimento del contrario" in cui è maestro indiscusso sia dal punto di vista grafico (figlio dell'amore per il "RE", Jack Kirby) che della sceneggiatura.

Pur orbitando sempre sullo stesso tema di fondo, le avventure di Aldo e Giuda riescono a non annoiare mai grazie a trovate geniali quali l'episodio-parodia di Star Wars o la striscia di Giuda-Gollum.

Come ogni grande amore: assolutamente da non perdere.