Titanic.

Molti pensavano che la nuova trilogia di Guerre Stellari sarebbe riuscita a superarlo, ma alla fine tutti e tre i film sono rimasti un bel po' indietro. In tempi più recenti, la monumentale opera di Peter Jackson sul Signore degli anelli ha avuto una chance, ma solo il terzo film ha superato il miliardo di dollari, dimostrando ancora di più che cifra incredibile fosse il miliardo e ottocento milioni.

Cavalieri oscuri, pirati, dinosauri, neppure il fenomeno librario più strepitoso di tutti i tempi, Harry Potter, sono riusciti ad arrivare neanche a due terzi del risultato di Titanic.

Poi James Cameron è tornato, e in meno di due mesi è riuscito nell'impresa.

Ieri Avatar ha raggiunto il fatturato totale, worldwide, di 1861 milioni di dollari, superando i 1843 fin qui raccolti da Titanic.

Vogliate scusare l'introduzione un po' retorica, ma il momento è in effetti storico. Non solo per il sorpasso in sé, ma per il fatto che questi due film, 3700 milioni di dollari tra tutti e due (ci sono 34 stati su questo pianeta che hanno un prodotto interno lordo inferiore a questa cifra), hanno lo stesso autore.

Certo, l'obiezione è scontata: Avatar ha incassato così tanto anche perché vederlo costa molto di più. 10 euro in molti cinema italiani per poterlo vedere in 3D. Va anche riconosciuto però che se 10 euro sono molti, è anche merito da ascrivere al film quello di aver convinto tanta gente a spendere questa non trascurabile cifra e andare al cinema ugualmente. Quando si aumenta il prezzo di un prodotto in genere si va incontro a una diminuzione numerica delle vendite. In questo caso non è accaduto.

Altra cosa da considerare: Avatar esce nel pieno dell'era di internet, del peer to peer. Certamente molti hanno preferito scaricare il film e vederselo sul pc piuttosto che comprare il biglietto. Anche in questo caso, tanto di cappello ad Avatar, che ha dimostrato sul campo qual è l'unico vero modo per combattere la pirateria: non inseguire chi scarica e fare processi assurdi sulla base di un'ipotetica mancata vendita, ma fare in modo che il prodotto venduto sia decisamente migliore del prodotto rubato. Ed è certo che chi ha deciso di guardare una versione cam di Avatar sul monitor del proprio computer può dire, forse, di aver combattuto contro le multinazionali capitaliste, ma certo non può dire di aver visto Avatar.

Avatar è ventiseiesimo nella classifica aggiustata secondo l'inflazione, dove domina Via col vento, con l'equivalente di un miliardo e mezzo incassato solo negli USA, seguito da Star Wars con un miliardo e trecento milioni. Titanic qui è solo sesto.

In Italia - dove però è uscito solo da due settimane - Avatar ha raccolto finora 25 milioni di euro, il che lo posiziona già all'undicesimo posto tra i maggiori incassi di tutti i tempi, classifica anche qui dominata da Titanic (42) seguito da La vita è bella (31). È prevedibile che Avatar possa arrivare senza grosse difficoltà fino al quarto o terzo posto. Per la cronaca, nonostante il periodo meno favorevole in cui è stata posizionata l'uscita, Avatar ha già incassato cinque milioni di euro più dell'annuale cinepanettone, Natale a Beverly Hills, superato anche da L'era glaciale 3 che - anche grazie ai prezzi elevati del 3D - è il terzo maggiore incasso di sempre in Italia.

Avatar sta dominando il mercato ovunque: anche in Cina, dove il governo cinese ha deciso di tenerlo nelle sale senza 3D solo fino a fine febbraio, quando verrà tolto per lasciar posto a un colossal di produzione nazionale sulla vita di Confucio. In occidente molti giornali (spesso un po' troppo pronti a sparare contro la Cina) hanno gridato allo scandalo e alla censura. A noi riesce difficile vedere una grossa differenza tra un film che viene tolto dalle sale (ma resterà in quelle 3D) dopo due mesi e mezzo di programmazione, e un film che, com'è accaduto da noi, viene tenuto fuori dal periodo di maggiori incassi e ritardato di un mese, caso unico in tutto il mondo, e in entrambi i casi per proteggere e favorire il prodotto nazionale.

Anzi no, una differenza c'è: quello cinese è un film biografico sul più grande filosofo orientale; quello italiano è l'ennesima accozzaglia di battute volgari con Christian De Sica. Vedete un po' voi.