Si intitola Per mari disperati l'ultima prova narrativa di Massimo Del Pizzo; un volumetto contenente cinque fanta-storie, filo conduttore: il mare. Docente di Letteratura francese moderna e contemporanea presso la facoltà di Lingue dell'università di Bari, Del Pizzo ha al suo attivo una bibliografia - dagli esiti molto personali - di testi narrativi, poetici, saggistici. Fra questi ultimi ricordiamo qui i volumi Viaggi e Passaggi. Letture di Jules Verne (Solfanelli, 1995); I microscopi dell’altrove. Utopia, Fantastico, Fantascienza (B.A. Graphis, 1996); Racconti di fantascienza. Il mondo moderno attraverso la letteratura di immaginazione scientifica (antologia scolastica di autori vari, Palumbo, 2000). Del Pizzo inoltre ha sempre svolto in ambito universitario una intensa attività di ricerca e di diffusione della narrativa fantastica e fantascientifica, con particolare riguardo per alcuni autori francesi dell’Ottocento e del Novecento.

Quanto alla narrativa, le sue storie sospese tra onirismo e richiami alla solida realtà usano un linguaggio a volte descrittivo e razionale, a volte lirico, ed evocano immagini di un mondo che continuamente slitta dai canoni delle leggi naturali per poi rientrarvi... almeno in parte. Il risultato è un altalenare fra sogno e mondo concreto, letteralità e metafora, prosa "quotidiana" e visioni poetiche o allucinate che spiazza e sorprende il lettore.

Il primo dei cinque racconti (Un porto senz'acqua) narra le peripezie di una nave che, persa la rotta, viene a trovarsi in una zona in cui mare e cielo sono invertiti: "Correvamo sopra una superficie nuvolosa e, su di noi, un denso soffitto schiumoso minacciava di pioverci addosso. L'ecosonda segnalava la presenza del sole sotto l'imbarcazione..." L'equipaggio ricerca una spiegazione logica dell'accaduto: in queste pagine c'è sempre un momento in cui si tenta una razionalizzazione, magari per vie che si rivelano ancora più tortuose. I "passaggi" dell'imbarcazione con i suoi uomini da uno stato di normalità a uno di eccezionalità, il rientro in una realtà vagamente estranea possono prestarsi a varie interpretazioni, e tuttavia a conclusione del racconto siamo (ambiguamente) avvisati: "Non leggete la nostra avventura come una metafora. Non abbiamo fatto finta di vivere, non siamo parole". Segue La moglie del pescatore, dove si evoca il quotidiano tradimento di una donna il cui consorte ogni mattina esce prestissimo per pescare. La donna non svela con chi tradisca, sebbene la copertina del volumetto suggerisca un fantasioso indizio: è riprodotto un dettaglio del noto dipinto Il sogno della moglie del pescatore (Hokusai, 1812) e mostra una figura femminile concupita da un polpo gigante. La scrittura vira verso toni lirici: "A volte" pensa la protagonista "proprio quando sono al riparo dal sole e dai sogni, in un residuo d'ombra della stanza più piccola, penso che la barca sono io e tu sei la casa che aspetta; che sono io il motore e il timone, tu il tetto e la porta. Io il vento del largo e la velocità, tu la timida brezza e l'immobilità..." In La pesca miracolosa i marinai al largo sono assaliti dai pesci che, saltando dalle onde, pare vogliano morire tra le loro braccia, "sotto il sole a spade di fuoco". Altra storia è "La balena": l'oceano è divenuto bollente perché il Sole pare si stia avvicinando alla Terra. Un appiglio vagamente fantascientifico per descrivere un'atipica folla assiepata di notte su una spiaggia infuocata mentre si sussurra dell'arrivo d'un cetaceo, contesto surreale che strania azioni e pensieri (questo brano, con ulteriori dati sull’Autore, è disponibile su Delos www.fantascienza.com/magazine/rubriche/6475/). Infine La mela umana: un altro fenomeno solare inspiegabile stravolge mondo e oggetti, li liquefa, mentre il corpo del protagonista diviene ricettacolo e salvezza di minuscole forme vitali. Da sempre la narrativa di Del Pizzo oscilla fra mainstream, toni poetici e diramazioni del fantastico. In particolare, Per mari disperati pare attingere più direttamente dal profondo, pervenendo a una sorta di grammatica di immagini, scaglie mitiche che s'imprimono nella mente e nelle corde del lettore.