Tra le tante anime della fantascienza ne esiste una pessimista, che guarda al futuro con diffidenza e sospetto, timorosa dalla catastrofe prossima ventura.

Nei suoi 104 numeri Urania Collezione ha affrontato ben sedici volte questo tema: senza contare le invasioni aliene, di cloni o ultracorpi che siano, il nostro pianeta è stato flagellato da malattie, carestie, conflitti razziali, incontri ravvicinati con altri pianeti ma soprattuto da un notevole numero di guerre atomiche.

Si potrebbe discutere sul perché negli ultimi 50 numeri sono stati pubblicati otto romanzi dove il nostro pianeta è stato preda dell'armageddon nucleare, forse l'incertezza sul futuro in un periodo di crisi globale, o più semplicemente il fatto che l'olocausto nucleare ha fatto da sfondo a un mucchio di ottime storie.

Scritto da un Wilson Tucker in ottima forma Il lungo silenzio tesse un arazzo dai colori cupi su quello che resta degli Stati Uniti, dopo che un misterioso nemico ha colpito la costa orientale con armi di ogni tipo.

Gary Russell, caporale della Quinta Armata, ha festeggiato il trentesimo compleanno con una sbornia memorabile, che lo ha fatto cadere in un sonno lungo e profondo, quasi un coma etilico.

Il suo risveglio è ben peggiore di un normale dopo-sbornia, nell'albergo di infimo ordine dove alloggia trova solo il cadavere di una donna accoltellata,  strade e negozi sono deserti, l'intera cittadina sembra sia stata abbandonata di colpo.

Solo quando si trova davanti a un cratere Gary capisce che qualcosa di terribile è successo: qualcuno ha attaccato gli Stati Uniti, e la popolazione è fuggita dai centri abitati.

Casualmente Gary incontra Irma Sloane, una ragazza diciannovenne che gli racconta di aver trovato i genitori morti, apparentemente senza ferite, dalla descrizione dei cadaveri il caporale inizia a sospettare che siano state impiegate armi biologiche, qualche epidemia particolarmente virulenta sta imperversando nel paese.

I due si mettono in viaggio verso Chicago, ma una volta arrivati capiscono che quelle biologiche non sono state le sole armi impiegate dal nemico: l'intera città è in preda a una tempesta di fuoco.

E' evidente che nessuno può essere sopravvissuto in città, anche la campagna circostante è desolata, senza traccia di soldati o polizia, le poche persone rimaste in vita sono sospettose e inclini ad accogliere gli sconosciuti a colpi di fucile, alla coppia non rimane che dirigersi verso ovest, dove sperano di trovare quel che resta del governo.

Arrivati a un ponte sul Mississippi i due vengono a sapere che alcune unità dell'esercito si trovano sulla riva ovest, senza tanti rimorsi Gary abbandona Irma e cerca un mezzo per attraversare il fiume, dato che il ponte è saltato.

E' qui che la realtà si abbatte come una mazzata sul caporale, sono stati i soldati a far saltare il ponte, l'intera parte della nazione a est del Mississippi è stata dichiarata contaminata e l'esercito abbatte senza pietà chi cerca di violare la quarantena.

Gary si ritrova da solo in un'immensa prigione, dove sopravvivere diventa sempre più difficile, ma non abbandona la speranza che il governo prima o poi ripristini il controllo sulla costa orientale.

Anche questa illusione finisce ascoltando i programmi radio, la zona contaminata viene descritta completamente disabitata, a eccezione di non meglio specificati "agenti nemici", da abbattere a vista.

L'unica speranza per Gary resta quella di riuscire ad attraversare il liquido confine che lo separa dalla civiltà, impresa che appare impossibile sino a quando, per una serie di circostanze fortunate, il caporale riesce a passare nella zona ovest, le sue peripezie e il continuo pericolo sembrano finalmente finite, l'orrore è rimasto a oriente del grande fiume.

Nonostante il tema tragico alcune delle storie post-atomiche non rinunciano a una visione positiva, Addio Babilonia di Pat Frank ci mostra come gli uomini si uniscano dopo la tragedia, superando le difficoltà.

Ben diversa la situazione narrata ne Il lungo silenzio, lo stesso attacco agli Stati Uniti è subdolo, non si riesce a sapere qual è il nemico e sono le armi batteriologiche quelle che causano il maggior numero di vittime.

Ma i danni materiali sono trascurabili di fronte al crollo morale che subisce la nazione: solidarietà, compassione e altruismo sono sentimenti che si dissolvono velocemente nella zona contaminata, i sopravvissuti si trasformano in cacciatori o prede, passando da una all'altra categoria a seconda delle situazioni.

Il protagonista non fa eccezione, l'inizio del romanzo lo vede incuriosito osservatore di una vecchia che va incontro a morte sicura, e i flashback successivi ci fanno capire che il caporale Russel ha lasciato la sua umanità in Vietnam.

Abbandonare una donna o uccidere per procurarsi il cibo non è un problema, le brevi pause di serenità finiscono presto, la scarsità crescente di risorse rende gli uomini più famelici e pericolosi, solo i più spietati riescono a sopravvivere e Gary si adatta perfettamente al nuovo mondo.

Per contro il comportamento di chi è rimasto dalla parte giusta del Mississippi non è certo migliore, la costa orientale viene isolata da una cortina impenetrabile, i sopravvissuti vengono dati per morti e il governo stende un velo di menzogne per tranquillizzare la popolazione.

Leggendo questo romanzo ho provato la stessa senzazione di disagio sperimentata leggendo Morte dell'erba, di John Crhistopher: la sgradevole consapevolezza che forse l'uomo è separato dal barbaro solo da una fragile barriera, pronta a crollare di fronte all'imprevisto.

Questa edizione comprende il finale scritto in origine da Tucker e poi cambiato su richiesta dell'editore, il lettore ha così la possibilità di valutare se e quanto il "lieto fine" della prima edizione sia posticcio o risollevi il pessimismo di tutto il romanzo in modo convincente.