L'anima di Van Cleve si presenta davanti a ‘sua eccellenza’ il diavolo, il quale la invita a raccontare la propria storia. Van Cleve è nato da ricchi genitori, che hanno fatto a gara per viziarlo. A quindici anni è stato iniziato alla vita galante da una giovane cameriera francese: ben presto è diventato un perfetto viveur, mettendo alla disperazione i suoi, che però hanno continuato a guastarlo. A ventisei anni s'è innamorato fulmineamente di una ragazza, ch'era sul punto di sposare, senz'amore, un suo cugino. Sapendosi amato, Van Cleve la persuade a seguirlo e la sposa a tamburo battente. Il matrimonio, dopo la nascita di un figlio, è stato in complesso felice. Marito e moglie si sono amati teneramente, malgrado qualche nube ben presto fugata, fino alla morte di lei. Rimasto solo a cinquant'anni, Van Cleve ha ripreso la sua esistenza di donnaiolo impenitente, fino al giorno in cui l'infermità l'ha inchiodato in letto ed è morto beatamente, vegliato da una bella infermiera. Van Cleve non si aspetta molto dal diavolo, mentre in realtà questo ha per lui una sorpresa.

Valutazione tecnica

Uno degli ultimi film di quel genio straordinario di Ernst Lubitsch che – nel 1943- in uno scintillante technicolor ha dato vita ad una delle storie che più hanno influenzato l’immaginario collettivo riguardo l’Aldilà. Divertente, elegante, toccante Il cielo può attendere è un film che emoziona lo spettatore nonostante le evidenti ingenuità a distanza di più di sessanta anni. Il famoso ‘tocco di Lubitsch’ si rivela nel dare vita ad una commedia leggera, capace di fare riflettere, però, sulle piccole gioie della vita. Indimenticabile l’interpretazione di Laird Cregar nel ruolo di Mefistofele. Il gigantesco attore, curiosamente, è morto l’anno dopo avere girato questo film in seguito alle complicazioni di una dieta troppo veloce…

Extra

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