Anarres 2

Anno 2 numero 1 - Inverno 2013/2014

Sommario

Editoriale

Editoriale

Salvatore Proietti

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Critica

Posizionare lo slipstream

David Ketterer

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Nella sovrapposizione fra diversi modi (apocalittico, mimetico, ermetico) e generi letterari, la categoria dello "slipstream" è complessa e articolata in un'enorme quantità di combinazioni possibili. Nello slipstream l'elemento fantascientifico è presente ma non dominante, anche se può contribuire a determinare le possibili interpretazioni del testo. Il saggio fornisce poi una lettura di due casi: Pattern Recognition di William Gibson, che include un velato indizio di un mondo alternativo, e State of Wonder di Ann Patchett, con la sua esitazione fra realismo (allucinazione) e fantastico (una visione religiosa).
In the overlap between different literary modes (apocalyptic, mimetic, hermetic) and genres, the category of "slipstream" is complex and articulated with an enormous number of possible combinations. In slipstream, the SF element is present but not dominant, even when it can play a part in determining the possible interpretations of the text. The essay provides a reading of two case-studies: William Gibson's Pattern Recognition, which includes a covert alternate world clue, and Ann Patchett's State of Wonder, with its hesitation between realism (hallucination) and the fantastic (a religious insight).

Dialoghi controculturali

Salvatore Proietti

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Attraverso un'analisi diacronica, il saggio prende in considerazione l'opera di Philip K. Dick come intertesto, nella sua rete di relazione con i discorsi, le mitologie e i presupposti della controcultura degli anni Sessanta, interpretando il suo portato narrativo, in termini bachtiniani, come meditazione dialogica su di essa. Il radicamento di Dick nella corrente dei movimenti oppositivi statunitensi del suo tempo si costruisce attraverso una science fiction "anti-essenzialista" in cui l'etica ha il primato su ogni metafisica e il misticismo è uno strumento tra gli altri per interpretare l'umano. Dick, comunque, presenta le tracce di quel mondo ideologico a partire da una diversa "struttura del sentire", un punto di vista presentato anche in termini di classe che ne rifiuta alcuni degli aspetti dominanti, legati a concetti di individualismo radicale.
In its survey of Philip K. Dick's oeuvre, the essay focuses on the network of relations connecting his fiction to the 1960s US counterculture, interpreting one of its strongest strands as, in Bakhtinian terms, a dialogical commentary on the discourses of the oppositional cultures. Dick's roots in those movements leaves traces in his "anti-essentialist" SF, in which ethics supersedes any metaphysics, and mysticism is just another tool for the interpretation of the human. However, Dick's social and class standpoint and "structure of feeling" are different, and some of the counterculture's ideological strategies of radical individualism are critiqued and rejected.

Le contaminazioni esoteriche nella fantascienza americana

Stefano Carducci

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La parabola umana di John Parsons racchiude almeno tre vite: lo scienziato fondatore del Jet Propulsion Laboratory di Pasadena; l'appassionato che vive da protagonista la nascita della fantascienza negli anni '40 come amico di molti autori; lo sciamano seguace del mago Aleister Crowley. Tre visioni del mondo che Parsons non ebbe alcun problema a conciliare, nonostante l'apparente contraddittorietà della terza. L'ipotesi di lavoro dell'articolo tende a leggere la biografia di Parsons come una fonte di luce che illumina alcune ambiguità di una parte significativa della fantascienza americana.
The biography of John Parsons seems to include three separate lives: a scientist who contributed to the founding of Pasadena's JPL, a SF fan who was close friend of many prominent authors in the 1940s, a mystic who was one of the key followers of Aleister Crowley. Parsons managed to reconcile these apparently conflicting personalities. The article's hypothesis reads Parson's trajectory as shedding light on some ambiguities of a significant portion of US science fiction.

La letteratura di genere nell'epoca della sua riproducibilità parziale

Antonino Fazio

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La fantascienza presenta fin dalle sue origini una duplice anima: quella di letteratura popolare e quella di strumento concettual-speculativo, teso ad affrontare problematiche di vasto respiro. A partire da questa constatazione storica, l’articolo esplora i rapporti della fantascienza con il mainstream della teoria postmoderna, rimettendo in discussione lo schema tradizionale di una distinzione tra letteratura alta e bassa e rivedendo lo statuto del “meta-genere” della SF sulla base di uno spettro critico che dalle riflessioni di Walter Benjamin risale fino a quelle di Wu Ming 1 a proposito del New Italian Epic.
Since its beginnings, SF exhibits an inherent duplicity, as both popular literature and conceptual tool with a broad speculative scope. Building on this historical given and drawing on cultural critics ranging from Walter Benjamin to Wu Ming 1, the essays explores SF’s relation with the postmodernist theoretical mainstream, challenging the traditional highbrow/lowbrow divide and reconsidering the status of the SF “meta-genre.”

Uomini meccanici e matrimoni interplanetari

Paolo Bertetti

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Il saggio passa in rassegna, sulla base di ricerche d'archivio testimoniate dalla filmografia, la presenza della fantascienza nel cinema muto italiano. Purtroppo in parte perduta e normalmente trascurata, questa protofantascienza comprende anche produzioni di grande impegno. Dai viaggi fantastici alle avventure e disavventure di scienziati, da mostri e automi alla guerra aerea, dalle farse comiche al consistente contributo del cinema futurista, emerge un corpus consapevole il cui sviluppo riprende solo a partire dalla fine anni 50.
The essay is a survey (the result of an archival research detailed in the filmography) the presence of science fiction in Italian silent cinema. Partly lost and largely neglected in film history, this proto-SF includes high-budget productions. From fantastic voyages to failed and successful scientific adventures, from monsters and automatons to air warfare, from comic farces to the substantial contribution of Futurist cinema, this is a self-aware body of SF whose development resumes only at the end of the 1950s.

“Una banda di dèi alcolizzati con un sex appeal pari a zero"

Fulvio Ferrari

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La mitologia nordica ha sempre svolto un ruolo di primo piano nella creazione degli universi letterari della fantasy. Il XXI secolo vede l’affermarsi di un uso per molti versi innovativo di questa tradizione narrativa e religiosa, non più legato a pretese di correttezza filologica e a nostalgie di ritorno al passato: gli dèi del Nord si mescolano agli esseri umani, si nutrono della loro immaginazione e della loro fede, partecipano alla loro storia. L’articolo prende in esame in particolare tre romanzi: American Gods dell’inglese Neil Gaiman, Gudenes Fall del norvegese Cornelius Jakhelln e Norse Code dell’americano Greg van Eekhout. Pur condividendo la presentazione di una interazione tra mondi, le differenti strategie di rielaborazione del mito e di costruzione dell’universo finzionale contribuiscono a delineare diverse interpretazioni del mondo attuale.
Nordic mythologies have always covered a crucial role in the fantasy genre. In the 21° century we are witnessing an innovative development in the use of this tradition, no longer bound to notions of philological correctness and past-oriented nostalgia: Scandinavian deities interact with humans, feed on their imagination and beliefs, take part in their history. The article examines three novels respectively by British, Norwegian, and US authors: Neil Gaiman's American Gods, Cornelius Jakhelln's Gudenes Fall, and Greg van Eekhout's Norse Code. While sharing strategies of interaction between the two realms, their different articulations of myth and world-building reveal different interpretations of the real.

Forum

Lo storicismo di Suvin

Riccardo Capoferro

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Lezioni dalla fantascienza

Salvatore Proietti

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Recensioni

Furio Jesi, L’accusa del sangue

Alessandro Fambrini

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Furio Jesi. L’accusa del sangue: La macchina mitologica antisemita, intr. di David Bidussa. Torino: Bollati Boringhieri, 2007. pp. 62, € 8,00

Paolo Bertetti, Conan il mito

Salvatore Proietti

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Paolo Bertetti. Conan il mito. Pisa: ETS, 2011. € 15

Riccardo Gramantieri, Metafisica dell’evoluzione in A. E. van Vogt

Alessandro Fambrini

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Riccardo Gramantieri. Metafisica dell’evoluzione in A. E. van Vogt. Bologna: Elara, 2011. pp. 426, € 35,00

Note e miscellanea