Anarres 1

Anno 1 numero 1 - Primavera 2012

Sommario

Editoriale

Editoriale

Alessandro Fambrini, Salvatore Proietti

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Critica

Le cognizioni della “Seconda trilogia di Earthsea” di Ursula K. Le Guin: Un commentario

Darko Suvin

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Il ritorno alla materia di Earthsea negli anni Novanta rappresenta un nuovo vertice nella produzione di Ursula K. Le Guin, non meno della classica trilogia degli anni Settanta, e uno dei massimi risultati del genere fantasy negli Usa. Come nella sua SF, emergono il rifiuto delle facili dualità e le ambiguità di ogni promessa utopica, in cui fallibilità equivale ad apertura e ogni equilibrio deve essere instabile. In una revisione femminista, ecologista e anti-individualista dei primi volumi, genere e magia interagiscono in una maniera prettamente laica, permettendo all'approccio politico di affrontare l'ineffabile dimensione metafisica rappresentata dai draghi.

Ursula K. Le Guin's return to the Earthsea matter in the 1990s is a new culmination in her work, no less than the 1970s original trilogy, and is one of the highest achievements in US fantasy. As in her SF, themes include a rejection of rigid dualities and the ambiguities of any utopian promise, in which fallibility is a synonym of opening, and all balances needs to be unstable. In a feminist, ecological and anti-individualist revision of the earlier volumes, gender and magic are made to play in a strongly secular way, allowing the political approach to stand up and face the ineffable metaphysical component embodied by the dragons.

La magia femminile e l'abbattimento del muro

Daniela Guardamagna

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L'articolo pone a confronto gli ultimi due volumi del ciclo di Earthsea con i precedenti quattro romanzi. Sia Tales from Earthsea sia The Other Wind approfondiscono da un lato la componente femminista, dall'altro la metafisica "non-religiosa" derivata dal taoismo. In un confronto aperto con la prospettiva della morte (letterale e metaforica), risulta sempre più impellente la necessità di rifiutare ogni forma di chiusura ed esclusione.
The essay analyzes the two latest volumes of Le Guin's Earthsea cycle against the background of the four previous novels. Both Tales from Earthsea and The Other Wind provide a further stress on the cycle's feminist aspects as well as on its Daoism-derived "non-religious" metaphysics, in an open confrontation with the perspective of literal and metaphorical forms of death; a more and more crucial need is the rejection of any kind of closure and exclusion.

Mondi fatti di parole: Ursula K. Le Guin e l’utopia della comunicazione

Salvatore Proietti

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L'articolo esplora gli ultimi anni della produzione letteraria di Ursula K. Le Guin, come parte di un intertesto più ampio, che abbraccia tutta la sua carriera, prendendo anche in considerazione la posizione dell'autrice all'interno dell'istituzione letteraria italiana e statunitense. Fra i filoni di indagine sono il ruolo della comunicazione narrativa come forme di dialogo e memoria collettiva, l'articolazione della differenza, e le modalità in cui le antropologie aliene e fantastiche di Le Guin, anche negli scenari distopici, proseguono l'elaborazione - con la visione femminista sempre al centro - di modelli "ambigui" e aperti di utopia.
The article is an investigation of Ursula K. Le Guin’s recent literary production as part of a wider intertextual sequence, also located within the US and Italian literary systems. In a framework involving the discursive connections among sf theory and political philosophy as well as the role of literary genres, the analysis follows strands such as the fascination exerted by storytelling and other communication models, especially in relation to memory and conceptualizations of difference. In the anthropological horizon of Le Guin’s writing - across genres - the focus is on an oscillation between bleaker and more hopeful visions. Throughout these scenarios, the goal of Le Guin's possible worlds remains the development of new, "ambiguous" and open-ended models of utopia.

Quando la fantascienza si mordeva la coda

Vittorio Catani

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Cenni sul faticosissimo inizio e relativo cammino, tutto in salita, d'una critica della fantascienza nel nostro Paese fra sostenitori, oppositori, denigratori e acuti - talora anche illustri - osservatori. Ma i nodi della fantascienza italiana ancor oggi non appaiono del tutto risolti.
A short sketch of the slow beginnings, and the resulting, often hesitant progress of SF criticism in Italy: advocates, adversaries, smear-campaigners as well as astute - occasionally celebrated - participant observers. The nodes of Italian SF, though, appear still unraveled.

Geografie e linguaggi d’altri mondi

Massimo Del Pizzo

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Una rassegna della critica italiana - accademica e militante - sui testi classici e formativi della SF francese.
The article surveys Italian criticism and scholarship on classic French SF.

Il capitolo finale? Leggendo Brian Stableford

Darko Suvin

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Considerazioni sul ruolo e sui possibili sviluppi futuri della SF all'interno di un mercato letterario dominato - in maniera crescente - dalla fantasy, o meglio dalle sue forme piu' commerciali.

A meditation on SF's role and possible developments within a literary market more and more dominated by fantasy - or, more precisely, by a strictly commercial notion of fantasy.

Sogni d'acciaio e di cristallo

Alessandro Fambrini

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La fantascienza tedesca ha un'illustre compagna di strada nella produzione utopica che, di tradizione "alta", nel corso del Novecento s'intreccia con la letteratura popolare e dà vita ad alcune delle sue più straordinarie visioni. In questo articolo se ne ripercorre il filo fino alle soglie del terzo millennio.
Throughout the 20th century, German SF may boast a highly respected fellow traveller in a utopian production coming from the high-brow tradition, intertwined with popular literature, and giving rise to some of its most daring visions. The article follows both strands, reaching towards the beginning of the 21st century.

Se troverò una sola città giusta, salverò l’uomo

Fredric Jameson

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La trilogia marziana di Kim Stanley Robinson aggiorna il genere utopico per l'epoca postmoderna. L'idea di storia (il permanere della sua pertinenza al futuro umano) è la posta in gioco nella complessa rete di alternative esplorate in una narrazione che intreccia scienza, ecologia, filosofia e politica  nel tessuto del repertorio della fantascienza.
Kim Stanley Robinson's Martian trilogy updates the utopian genre for the postmodern era. The notion of history itself (its continuing relevance to humanity's future) is at stake in the complex network of alternatives explored in a narrative interweaving hard sciences, ecology, philosophy, and politics within the texture of science fiction's repertoire.

Recensioni

Fabrizio Foni, Alla fiera dei mostri

Alessandro Fambrini

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Fabrizio Foni. Alla fiera dei mostri. Racconti pulp, orrori e arcane fantasticherie nelle riviste italiane, 1889-1932 (prefazione di Luca Crovi, postfazione di Claudio Gallo). Latina: Tunué, 2007. pp. 334, Euro 22,50.

Paolo Bertetti e Carlos Scolari, a cura di. Lo sguardo degli angeli: Intorno e oltre Blade Runner

Igina Tattoni

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Paolo Bertetti e Carlos Scolari, a cura di. Lo sguardo degli angeli: Intorno e oltre Blade Runner. Torino: Testo & Immagine, 2002. pp. 283, Euro 16,00

Valerio Massimo De Angelis e Umberto Rossi, a cura di. Trasmigrazioni: I mondi di Philip K. Dick

Antonino Fazio

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Valerio Massimo De Angelis e Umberto Rossi, a cura di. Trasmigrazioni: I mondi di Philip K. Dick. Firenze, Le Monnier, 2006. pp. 288, Euro 21,50

Arno Schmidt, Specchi neri

Alessandro Fambrini

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Arno Schmidt. Specchi neri, a cura di Domenico Pinto. Sant’Angelo in Formis (CE): Lavieri, 2009. pp. 117, Euro 14,50.

J.R.R. Tolkien. Il ritorno di Beorhtnoth figlio di Beorhthelm

Fulvio Ferrari

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J.R.R. Tolkien. Il ritorno di Beorhtnoth figlio di Beorhthelm, a cura di Wu Ming 4. Milano: Bompiani, 2010. pp. 97, Euro 9.

Note e miscellanea

Una questione di metodo

Salvatore Proietti

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