Sabato 28 ottobre ci ha lasciati Giulio Raiola. Era nato nel 1927. Scrittore poco prolifico ha pubblicato pochi racconti, ristampati innumerevoli volte e tradotti in varie lingue, come Biennale 6000 o Mostri. Ma il suo contributo alla fantascienza è andato oltre: promotore o co-promotore di varie iniziative (con Aldani e Lo Jacono fu tra i fondatori di Futuro; con Sandro Sandrelli curò le antologie Interplanet; con il giornalista veneziano Piero Zanotto organizzò il primo Festival del Cinema di Fantascienza, a Trieste, che per molti anni rimase un imperdibile appuntamento di livello europeo).

Così raccontava in un articolo curato da Vittorio Catani uscito su Delos alcuni anni fa:

"Incontrai la fantascienza a Venezia, subito dopo la laurea, nella persona di un carissimo amico che non c'è più: Sandro Sandrelli. Seguirono gli incontri con Inìsero Cremaschi, Lino Aldani, e altri, attorno alla rivista Futuro. Avevo intrapreso la carriera legale, ma la abbandonai allorché Nino Nutrizio, direttore de La Notte, volle assumermi iniziandomi così al giornalismo. Da lì passai al Giornale d'Italia, quindi al GR2 della Rai diretto da Gustavo Selva.

A questo punto riuscii a realizzare uno dei miei sogni da ragazzo, recandomi nel Borneo e ritrovando, con l'aiuto del principe Shariffuddin - cugino del sultano del Brunei e direttore del locale Museo etnologico - l'isola di Mompracem, la favolosa sede dei "tigrotti" di Sandokan immaginati da Emilio Salgari: in quell'isola, che oggi si chiama Keramàn, volli porre una targa in onore dello scrittore veronese.

Da quel momento in poi mi diedi alla stesura di libri, il primo dei quali raccontava la mia avventura salgariana: Salgari, mito e realtà (ed. Mediterranee, 1975). Il volume ebbe buon successo, ne parlarono i giornali e - ovviamente - la Rai. Successivamente mi dedicai alla storia della Seconda guerra mondiale, con tre volumi sui sommergibili italiani nell'Atlantico: Quelli di Betasom (Volpe, 1963), Uomini dell'Atlantico (Rizzoli, 1973), Timoni a salire (Mursia, 1978). Durante gli stessi anni curavo la pagina della scienza sul Giornale d'Italia, e la curo attualmente sul Secolo d'Italia".