È opinione diffusa, tra quanti hanno condiviso il percorso di produzione del film, che Annientamento (Annihilation in inglese), il nuovo film di Alex Garland, disponibile su Netflix, sia la quintessenza del weird.

Non è per anglofilia estrema che riporto la parola senza traduzione ma perché nel suo significato è compreso il concetto di strano insieme a quello di bizzarro, singolare, disturbante, fuori dalle regole.

Secondo quanto dichiarato dal regista Alex Garland (che ha al suo attivo la direzione di un solo precedente film: Ex Machina) Annientamento ci porta in un mondo weird, quello della Zona X, area nella quale l'ambiente terrestre è stato del tutto sconvolto e presenta flora, fauna ed orografia assolutamente bizzarre, ovvero quello descritto nella trilogia di romanzi a firma Jeff VanderMeer, pubblicati da Einaudi. Sottolineo che anche lo scrittore e la sua vasta produzione (di cui in Italia l'unico ciclo completo pubblicato è proprio la trilogia costituita da Annientamento, Autorità e Accettazione, appena ripubblicati in un unico volume) sono stati inseriti nel filone del New Weird.

Il film fa parte di quel filone della fantascienza che cerca di scavare nel profondo per farci confrontare con fantasmi e paure subconscie simili a quelle dei nostri incubi. VanderMeer, infatti, ha ammesso di essere uno scrittore “del post breakfast” quando ancora le suggestioni dei sogni sono ben vive e possono essere elaborate in parole e storie e, anche se ammette che “scrivere un sogno è quanto di meno appetibile per un lettore, scrivere seguendo la fascinazione di un sogno”, invece, “rende la storia più appassionante”.

Dal canto suo Garland, forte dei precedenti lavori come sceneggiatore (28 Giorni Dopo, Sunshine, Non Lasciarmi e Dredd, tutti tratti da romanzi o fumetti, ed Ex Machina lavoro originale che si è meritato la candidatura agli Oscar per la sceneggiatura originale) ha avuto il beneplacito di VanderMeer e della produzione per mettersi al lavoro sulla riduzione del romanzo.

Cosa che ha puntualmente fatto mutando la storia del romanzo per inserire nel film concetti e spiegazioni parziali derivate dall'intra trilogia, per poi cercare un disturbante equilibrio tra la sensazione di trovarsi in un incubo trasmessa dalla parola scritta e la sua estrinsecazione in immagini per lo schermo.

Così sono nate mutazioni psichedeliche di flora e fauna, piante antropomorfe, corpi in decomposizione fusi con le piastrelle di una piscina o la parete di un faro solitario insieme a tante altre immagini ultramondane che s'ispirano agli incubi scritti di Lovecraft e disegnati da Giger.

Questa estrema libertà, forse, ha creato qualche perplessità alla produzione che ha infine deciso di confermare il rilascio del film nei cinema di USA, Cina e Canada e invece di affidarlo e Netflix per il resto del mondo.

Ma andiamo per gradi, seguendo quanto detto in alcune interviste da Garland stesso.

Riguardo l'adattamento dal romanzo: “In passato ho lavorato su alcuni adattamenti assolutamente fedeli al libro, ad esempio Non Lasciarmi, che era del tutto speculare rispetto a romanzo. Dredd, invece, era fedelissimo al personaggio ma meno nell'ambientazione. Per Annientamento, poi, mi sono concesso più libertà. Ho amato l'esperienza di lettura regalatami da Jeff nel libro ma ho potuto fare a modo mio. Qualche anno fa ho scritto anche io dei romanzi prima di iniziare a lavorare per il cinema, e posso solo dire una cosa: cinema e romanzi sono indipendenti uno dagli altri. Quando ho letto il libro non era stata ancora pubblicata l'intera trilogia ma nel lavoro di Jeff era già evidente l'intenzione di rivelare tutto progressivamente in altri romanzi. Ho mantenuto questo approccio nel film con l'intenzione di poter completare la storia in altri capitoli che non necessariamente verranno affidati a me. Ho avuto modo di confrontarmi con Jeff riguardo l'adattamento e l'ho trovato estremamente aperto come mentalità nel lasciarmi il permesso di fare il meglio che potevo come filmmaker, abbiamo avuto lunghissime telefonate riguardanti i cambiamenti apportati, una, ad esempio è stata sul fatto di assegnare un nome alla protagonista (che nel romanzo è anonima come il protagonista di Solaris) interpretata da Natalie Portman. Con Portman e le altre protagoniste abbiamo vissuto due settimane di prove prima delle riprese, prove non centrate solo sulle loro performance ma sullo script della storia stessa, sul perché era stata scritta una scena o determinate battute, e ciascuno aveva la possibilità di dire la sua a riguardo mano a mano che si calava nel personaggio.”

Il film inizia in una piccola città dei sobborghi di Baltimora, classica ambientazione da middle class USA, dove Lena (Natalie Portman) insegna microbiologia alla John Hopkins University mentre suo marito (Oscar Isaac) è un soldato dei corpi speciali. Una notte il marito torna in pessime condizioni immediatamente seguito da un team militare che preleva la coppia e la divide. Lena viene ricoverata in una struttura medica militare vicina ad un parco naturale, dove stanno accadendo weird occurrances.

Lena si unirà alla spedizione tutta al femminile che cercherà di esplorare l'Area X per rivelarne i misteri. 

“Non è un film su una invasione aliena”, dice ancora Garland, “È più vicino ad un cancro che sta distruggendo e mutando la nostra realtà fisica, il che significa onde luminose, tempeste magnetiche, vegetali, minerali, animali, DNA, cristalli, tutti fusi uno con l'altro, è il vero annientamento delle regole della nostra scienza. Per affrontare questo aspetto mi sono avvalso della collaborazione di un mio amico genetista, in questo film l'approccio alla scienza è del tutto diverso rispetto a Ex Machina. In Annientamento è tutto molto più frammentato ed onirico. Iniziamo la storia in suburbia e la finiamo in psichedelia e questo rende ancora più inquietante il tutto. È l'invasione dell'incubo nella realtà e quando ci si abitua ad un livello di stranezza ci si trova catapultati in un livello ancora più strano. Quello che Jeff ha fatto – continua il regista – nei suoi romanzi è far collidere una realtà del tutto aliena con la nostra, senza truppe di invasione, dischi volanti, mostri assassini, solo aprendo la porta dell'ignoto. Cosa questa invasione rappresenti è lasciato alla libera interpretazione degli spettatori e dei lettori. La paura incombente del nucleare che torna ciclicamente, l'ignoto davanti al quale voltiamo la testa, la malattia che prima o poi ci condurrà alla morte, la morte stessa. Non è un film cinico, lo definirei più realisticamente irreale. Non ci sono supereroi o soluzioni tranquillizzanti. Penso che all'essere umano faccia bene, ogni tanto, rendersi conti di quanto è piccolo rispetto alla vastità delle forze messe in gioco nell'universo. Posso dire che è un piccolo tentativo di instillare qualche goccia di umiltà in un mondo dove invece chi la spara più grossa la fa da padrone.”

A proposito della distribuzione su Netflix Garland ha detto:

Non ho niente contro Netflix, ma avevo pensato il film per il grande schermo e sapere che uscirà sulla piattaforma non è stata per me la più bella delle notizie. Ripeto, non ho nessun problema con Netflix e il piccolo schermo, il migliore film di fantascienza degli ultimi tempi per me è The Handmaid's Tale, che è un prodotto pensato apposta per questo tipo di media. La storia, l'evoluzione dei personaggi, i tempi ed i ritmi, sono del tutto diversi. Alla fin fine, però, l'uscita in tre grandi mercati è garantita, e, a pensarci bene, la distribuzione attraverso un canale come Netflix garantisce che verrà proposto a una enorme platea senza che io passi per l'ansia del week-end di uscita dopo il quale potrebbe anche sparire dal circuito cinematografico se non riscuote il successo sperato.

Le coprotagoniste del film Jennifer Jason Leigh (vista negli Hateful Eight di Tarantino), Tessa Thompson (la valchiria di Thor Ragnarok, ma anche Charlotte Hale di Westworld) e Gina Rodriguez (Jane the Virgin) divideranno la scena con Natalie Portman, che a partire da Star Wars per poi proseguire con Thor si è spesso concessa ai franchising di genere fantastico salvo poi rilasciare interviste tardive dove si dice non del tutto soddisfatta se non addirittura pentita riguardo l'immagine attoriale che fornisce di se stessa recitando in questo tipo di produzioni che, a quanto pare, non riesce a rifiutare.

La dirigenza di Netflix, invece, è molto soddisfatta della possibilità di proporre un film originale di genere fantastico che va ad affiancarsi alle operazioni di Bright e The Coverfield Paradox. Mi rendo conto che agganciare Annientamento a questi due altri titoli non è forse la presentazione migliore, però va ammesso che Netflix tra prove ed errori sta crescendo non solo nella proposta delle serie tv ma anche in quelle delle produzioni cinematografiche gettando le basi forse per un modo alternativo riguardo la fruizione dei film.

Considerando gli altri film “esclusivi” di genere Sci-Fi presentati ultimamente da Netflix, ovvero Bright, The Cloverflield Paradox e Mute, sarebbe stato legittimo aspettarsi un film non proprio bellissimo, invece la vera sorpresa è questa: Annientamento è un buon film, una di quelle pellicole che insinua inquietudine, simile ad un prisma sfaccettato dove ogni lato rappresenta un modo di leggere la vicenda. C'è la fantascienza dell'invasione, l'horror lovecraftiano, il thriller del gruppo disperso nella natura selvaggia, la storia intimistica della crisi di una relazione che rende alieno un partner all'altro e quella di chi alla fine della propria vita vuole ricevere una risposta definitiva proprio prima di morire. Che resti un film singolo o generi una piccola serie non importa. Perché dopo aver scorso i titoli di coda lascia la soddisfazione di non aver sprecato tempo e anche il desiderio di rivederlo.