Chi ricorda quel giovane alto e curvo nelle spalle che circa trent'anni fa si affacciò sulla soglia della fantascienza e, con un romanzo e una manciata di racconti che definire epocali potrebbe risultare riduttivo, cambiò per sempre il volto del nostro genere? Eravamo nel 1984 e, considerati i retroscena letterari di una data simile, non dovevano essere in pochi ad aspettarsi qualche tipo di stravolgimento. In quell'anno la Apple presentava il primo Macintosh, il segretario del PCUS Yuri Andropov moriva a Mosca, Diego Armando Maradona approdava a Napoli, Indira Gandhi veniva assassinata a Nuova Delhi dalle sue guardie sikh e sempre in India una fuga di isocianato di metile da un impianto della Union Carbide causava duemila vittime e decine di migliaia di intossicati a Bhopal. Quello stesso anno moriva a Quebec City il paziente zero dell'epidemia di AIDS e una bomba veniva fatta esplodere sul Rapido 904 Napoli-Milano, in un attentato di "matrice terroristica mafiosa", come avrebbe stabilito 8 anni più tardi la Quinta Sezione Penale della Corte di Cassazione. In America Ronald Reagan veniva rieletto presidente sbaragliando l'opposizione democratica, il Discovery diventava il terzo shuttle operativo dopo Columbia e Challenger (che sarebbero andati persi rispettivamente nel 2003 e nel 1986), mentre per le strade di Los Angeles esplodeva la piaga del crack, diffondendosi presto nel resto della nazione e assumendo le dimensioni di una vera e propria epidemia. Sono anni turbolenti, gli anni dello scudo spaziale e della musica pop, e il 1984 segna l'esplosione di MTV: è l'anno di Madonna, di Michael Jackson e di Cindy Lauper (ma anche l'anno di nascita di Soundgarden e Offspring). E, già... è l'anno cruciale nella storia della fantascienza. Esce Neuromante, di William Gibson. E il mondo (non solo della letteratura) si appresta a cambiare. Per sempre.

"Solo un operatore del caso nella crepa di benzina della storia, agente...

Assemblata la parola cyberspazio da piccole componenti di linguaggio già pronte. Spasmo neologico: l'atto primario delle poetiche pop. Preceduto ogni concetto, qualsiasi. Scaltro e vano - in attesa di ricevere un significato." (da Academy Leader, 1991)

Neuromante è il libro che segna uno spartiacque nella storia della fantascienza. Determina l'esplosione del cyberpunk, una corrente che già poteva vantare esempi cinematografici del calibro di Alien, Blade Runner e per certi versi, anche se in maniera più blanda, Mad Max e 1997: Fuga da New York. Il cyberpunk era una sensibilità diffusa che era andata maturando dal finire degli anni Settanta, ma che ottenne la sua piena formalizzazione letteraria proprio grazie al romanzo di esordio di

Gibson. Neuromante, commissionato all'autore da Terry Carr per la collana da lui curata Ace Science Fiction Specials (dedicata alle opere innovative di autori esordienti), si affermò in breve tempo a tutti e tre i principali premi del settore: Hugo, Nebula e Dick Award. Ma questo fu solo l'inizio di un successo planetario che lo avrebbe portato a vendere oltre 6,5 milioni di copie (raggiungendo quindi una diffusione senza precedenti per un libro di fantascienza) e a essere inserito dal prestigioso Times nella lista dei 100 titoli più importanti dal 1923 ad oggi.

Il cyberpunk, come rileva giustamente il suo amico e collega Bruce Sterling, nasce "dall'intersezione dell'immaginario con la cultura di massa", una intuizione anticipata proprio da Gibson e codificata in un prodotto dagli indiscutibili meriti letterari. Al di là di questi, comunque, Neuromante è un libro che rivoluziona nella sostanza il modo di guardare al futuro: il domani si spoglia del tutto di quel velo di ottimismo che aveva contraddistinto il grosso della fantascienza fino a quel momento e si riduce all'essenza pura dell'inquietudine e dell'angoscia, in cui vengono trasfigurate tutte le caratteristiche emergenti della sempre più tecnologicamente dipendente società occidentale. Alienazione, incomunicabilità, controllo: sono gli elementi alla base di un disagio psicologico e sociale ritratto con impeccabile lucidità. Il futuro di Gibson deve molto più alle visioni di William S. Burroughs, Thomas Pynchon e J.G. Ballard che non ai mostri sacri del genere. E questo determina allo stesso tempo una frattura nel giudizio degli appassionati (il cosiddetto zoccolo duro) e un'affermazione senza precedenti al di fuori del ristretto circolo della fantascienza. Il collasso ecologico, il dominio dei conglomerati industriali post-capitalisti, il potere dell'informazione, gli scenari elettronici della rete globale che collega tutti i sistemi del pianeta e i loro utenti, la prima inimitabile formulazione tecnica del cyberspazio...

"Un'allucinazione consensuale condivisa ogni giorno da milioni di operatori, in ogni nazione, insegnando ai bambini concetti matematici (...) Una rappresentazione grafica di dati ricavati dalle memorie di qualsiasi computer e inviata al "sistema uomo". Impensabile complessità. Linee di luce che s'intersecano nel non-spazio della mente, ammassi stellari e costellazioni di dati. Come luci di città che si allontanano." (da Neuromante, 1984)

E' così che si manifesta lo "spasmo neologico" e la parola prende forma sulla carta. In attesa di tradursi nel mondo reale. Senza Neuromante probabilmente avremmo avuto comunque Internet, ma sicuramente oggi non somiglierebbe alla rete che conosciamo e a cui hanno lavorato e continuano a lavorare migliaia di ricercatori, in tutto il mondo, che si sono nutriti delle intuizioni del cyberpunk e del clima culturale maturato intorno a un fenomeno "di nicchia" evolutosi fino a raggiungere dimensioni globali. Internet, quindi, ma non solo: in Neuromante Gibson ritrae un futuro in cui ingegneria genetica e clonazione, intelligenze artificiali e cibernetica hanno raggiunto traguardi mai prima esplorati. Un discorso che proseguirà anche nella produzione seguente dello scrittore americano, nella cosiddetta Trilogia dello Sprawl che andrà a completare il quadro iniziato con Neuromante e nella successiva Trilogia del Ponte, mentre il focus di Gibson traslerà progressivamente verso epoche sempre più prossime alla nostra. Una regressione, questa, che non rappresenta un'involuzione, ma piuttosto una presa di coscienza dell'impossibilità di spingere lo sguardo oltre un limite futuro che già sembra anticipare la Singolarità Tecnologica, che verrà formulata nel 1993 da Vernor Vinge.

Sono molte le anticipazioni gibsoniane che hanno trovato un riscontro nella storia, abbastanza da trasformarne l'artefice in un vero e proprio guru dei tempi correnti. Lo scorso anno Gibson ha dato alle stampe la sua ultima fatica: Spook Country, che riprende l'ambientazione contemporanea del precedente, suggestivo Accademia dei sogni (Pattern Recognition, 2003). Nel rivolgere al Signor Cyberpunk i nostri più

sinceri auguri di buon compleanno, cogliamo l'occasione per augurare a noi stessi che il suo editore italiano si decida al più presto a regalare al pubblico di casa nostra questo ultimo lavoro, che già ha innescato un meccanismo rivoluzionario nella concezione letteraria del romanzo (si veda l'articolo intorno al Node Magazine e al futuro della letteratura). E nel frattempo preferiamo non pensare a cosa potrà uscire dal progetto della Seven Art Pictures di portare sul grande schermo il capolavoro che segnò l'esordio di Gibson: i nomi coinvolti nella lavorazione (dal regista Joseph Kahn a Hayden "Anakin" Christensen nel ruolo di Case) non lasciano proprio sperare per il meglio...

"L'architettura della realtà virtuale immaginata come una concrezione di sogni: botteghe di tatuaggi, tiri a segno, gallerie di flipper, banchi debolmente illuminati con cataste di annate di riviste per soli uomini macchiate di umido, rivenditori di chili messicano [...]. Questi sono sogni di commercio. Sopra di loro sorgono intricati barrios, zone di più private fantasie..." (da Academy Leader, 1991)

Auguri, zio Bill! Che tu possa ancora sondare il nostro mondo con le protesi oftalmiche che nascondi dietro quegli occhiali a specchio: ancora per molto, molto tempo!