Un viaggiatore intergalattico, tra i più esperti cosmonisti, ossia un camionista del futuro, racconta le mirabolanti avventure vissute alla guida del suo astrocargo, lungo i confini dello spazio e del tempo, dalla Terra alle galassie più lontane, dal Big Bang alla fine dell'universo. È il romanzo Il manifesto dei cosmonisti di Mikael Niemi, pubblicato da Iperborea nella traduzione di Laura Cangemi (autrice anche della postfazione) e presentato alla Fiera del Libro di Torino.

Dopo Musica rock da Vittula, che esplorava con uno sguardo ironico e divertito l'estremo nord della Svezia e la generazione degli anni '60, Niemi abbandona la regione del Tornedal per mettersi sulle tracce di strane creature, di avventurieri come i ponoristi, lanciati verso lo spazio profondo in un itinerario volutamente senza ritorno, e di piccoli grandi uomini capaci di mille meschinerie, ma anche di gesti nobili e generosi. Con il tono umoristico che permea tutto il romanzo, lo scrittore svedese non manca di suggerire le sue risposte a quesiti che ci attanagliano da sempre: siamo soli nell'universo? Esiste l'anima? Cosa c'era prima del Big Bang? Tra le fonti di ispirazione, i classici di Ray Bradbury e la Guida galattica per autostoppisti di Douglas Adams.

Con Il manifesto dei cosmonisti, la casa editrice milanese, specializzata nella letteratura del Nord-Europa, si avvicina ancora una volta alla fantascienza, genere già affrontato in passato. Vi appartiene per esempio Kallocaina di Karin Boye, che evidenzia il maturare di una coscienza individuale in un'oppressiva società dai caratteri orwelliani. La si ritrova nelle pagine dell'Uomo che voleva essere colpevole di Henrik Stangerup, dove un uxoricida è determinato a invocare la condanna del suo crimine, per sottrarsi alle leggi spersonalizzanti del mondo in cui vive. In Rigenesi di Svend Åge Madsen amore e ricerca scientifica si intrecciano con gli esiti positivi delle prime ricerche sulla clonazione umana, in quel desiderio di sconfiggere la morte che avvolge anche i racconti di Peter Nilson, nel Messia con la gamba di legno.