Il Cyberpunk è una sensazione empatica, prima ancora di qualsiasi altra percezione. Solo che è arrivato il momento di voltare pagina, è diventato troppo vecchio quel Movimento. Addirittura, basta parlarne; c'è bisogno di sapere qual è il vero futuro, ora: c'è bisogno di voli pindarici, la stessa scienza tecnologica che al tempo dell’esplosione di Neuromante narrava di fantastiche innovazioni dietro l’angolo, fattibili ma ancora aliene, non ci racconta più della fantascienza, bensì del presente. C'è bisogno di nuova, innovativa tecnologia. E dell'empatia che inevitabilmente si porterà appresso.

Sto parlando di qualcosa che travalica tutti i mood e le piccolezze di cui abbiamo scritto e discusso, in questi mesi, nel canale tecnologia; asserisco, in quest’esatto momento, che se dobbiamo davvero guardare avanti – essendo, almeno nominalmente, dei cultori della fantascienza - allora è necessario abbandonare il presente. Sarà necessario far evolvere, addirittura, anche il Connettivismo, che comincia a essere meno vasto di un anno fa perché lontanamente tendente alla stratificazione – fenomeno proprio delle cose conosciute e non fermentate dalla giovane età. In questo momento, inoltre, non ho idea del luogo su cui atterrerò enunciando queste righe in embrione, cerco soprattutto di sviluppare una percezione, un template su cui plasmare la fantasia delle vere terre future, dove il divenire apparirà come una fantasiosa e nutrita trattazione delle ere appena visibili all’orizzonte, dove il futuro è profondo, non basso.

Il mio invito è, quindi, quello di abbandonare il presente, pur vivendolo intensamente. Il mio invito è rendere e prendere la tecnologia attuale per quello che realmente è: un tool che ci fa vivere la dimensione odierna nel modo migliore possibile. Dimenticate il Cyberpunk, perciò, ci ha fatto troppo male, ma continuiamo a vivere ugualmente in un mondo che ci appare come un eterno libro di Gibson o di Sterling, perché i nostri avi non si meravigliavano certo di una tinozza di rame o di un tavolo di legno, e se volevano sognare immaginavano una qualche diavoleria volante e anzi, immaginavano il concetto del volo, non la macchina stessa. Ecco, è questo che vi esorto a fare: liberatevi del presente (mai del passato), siate innovativi e non conservatori e provate a configurare mentalmente il nuovo concetto del volo. Ah, dimenticavo: liberatevi anche dei dogmi, di tutti i tipi e da qualunque parte provengano, o non andrete lontano in alto. Non più di qualche centimetro.