- Mm... La sua opinione, signorina Efisia. Cosa ne pensa? Una storia credibile?

- Che vuoi che ti dica, Giovannino, ad ottantotto suonati ho imparato la prudenza di giudizio. Come si diceva ai miei tempi, giunti all'età matura ci vuol senno e misura. Ernetti sostenne di aver assistito, grazie al cronovisore, alla rappresentazione del Tyeste di Quinto Ennio, messo in scena a Roma nel centosessantanove prima di Cristo; dell'opera se ne conoscevano solo stralci e lui ne fornì una versione integrale. E questo è un fatto. Fra l'altro, affermò di aver assistito a un discorso di Mussolini, a uno di Cicerone, di aver intercettato episodi della vita di Napoleone... Ma, soprattutto, dichiarò d'essere riuscito a captare e a ricostruire la Passione di Gesù, e si disse in grado di correggere alcune inesattezze presenti nei Vangeli. - L'anziana insegnante passa una mano sulla crocchia, come ad accertarsi che l'acconciatura regga la forma. - Dopo le rivelazioni degli anni settanta, sulla questione cadde il più assoluto silenzio, ma Ernetti, poco prima di morire, avrebbe confermato la veridicità della scoperta.

D'Ippolito agguanta una terza ciambella. - Anni di silenzio?

- Si disse che la Santa Sede avesse proibito al benedettino di proseguire gli esperimenti e persino di parlarne, e che avesse sequestrato e smontato la macchina. C'è chi ipotizza che sia tuttora custodita segretamente in qualche sotterraneo del Vaticano.

- Perché?

- Pensaci. Un marchingegno capace di rendere visibile ogni segreto, di confutare eventi fondamentali dati per veri... No, Giovannino, troppo pericoloso. Ammesso, naturalmente, che sia mai esistito.

- Mm...

- Cos'hai da mugugnare?

- Mi hanno raccontato una storia, signorina Efisia. Di recente.

- Sì?

- La storia dice che qualcuno, prima di smontare definitivamente la macchina, continuò per un po' gli esperimenti, andando... molto oltre nei risultati.

- Oltre in che senso?

D'Ippolito esita alla ricerca delle parole più adatte.- Be', un tale sostiene che alle visioni olografiche provenienti dal passato si può restituire anche consistenza, fisicità... corporeità, insomma.

- Ah! E chi sarebbe questo tale?

Il commissario scuote la testa, come chi conosce una risposta, ma fa fatica a digerirla. - Uno che dice di essere egli stesso una riaggregazione... si definisce un άγενής, un non vivo. O anche άβαρής, non pesante. Lo stesso che mi ha raccontato degli Ignaziani.

- Gli Ignaziani? Intendi Gesuiti?

- Sì, mi ha parlato di un gruppo... deviato, che avrebbe continuato in segreto gli esperimenti, contravvenendo ai divieti di Pio XII. E poi c'è la questione degli Illuminati.

- Ti riferisci all'Ordine fondato dal principe... Com'è che si chiamava? Weishaupt, se non sbaglio. Sì, Jean Adam Weishaupt. Brutta combriccola, quella. Pericolosa.

- Immagino che lei non abbia mai avuto bisogno di un computer, vero signorina Pinna?

La maestra Efisia si solleva ancora una volta con l'aiuto del bastone e allunga al commissario un'altra ciambella. - Gli Illuminati, eh? Parlamene, Giovannino. Vuoi?

Όθι τoι γένος έστί καί αύτή

Nella poltiglia, il nutrimento.

Carboidrati. Lipidi. Proteine. Vitamine. Sali minerali.

Tutto nella poltiglia, che si muove lenta ma fluida lungo le sonde trasparenti, e che poi raggiunge quel che resta del mio corpo e allaga il sistema vascolare. Come fango putrido.