Certo, a guardarsi indietro non si può fare a meno di pensare: caspita, come siamo caduti in basso! Solo due numeri fa abbiamo dedicato un numero a un argomento importante come i diritti umani; ed eccoci, due mesi dopo, a parlare di un argomento infinitamente più frivolo: tecnicamente parlando, tette-e-culi.

A nostra discolpa possiamo chiamare solo gli eccessi della temperatura; e per dimostrare che ci stiamo occupando seriamente di questo problema, vi anticipiamo subito che sul prossimo numero avremo un bello speciale dedicato proprio a questo argomento: il caldo e la fantascienza.

Fantascienza sexy, dunque: parliamone. Non c'è ragione di negarlo, fra fantascienza ed erotismo c'è sempre stato un legame particolare. La fantascienza è un genere di letteratura popolare, nato sui pulp, quelle riviste di bassa lega che all'inizio del secolo pubblicavano narrativa d'evasione. Avventura, cappa e spada, mistero, western: la fantascienza arrivò per ultima e si inserì in questo mercato. Un mercato che non aveva certo ambizioni intellettuali, e che non si faceva scrupoli a strizzare l'occhio al possibile acquirente suggerendogli qualche più o meno innocente fantasia erotica.

La fantascienza si è evoluta e nel tempo ha raggiunto livelli culturali molto più elevati, ma ha continuato a esistere il sottobosco, i bassifondi del genere letterario; anche in Italia non sono mancate testate che pubblicavano romanzi di fantaerotismo.

Proprio di recente Marcello Rossi, autore dell'Enciclopedia della fantascienza in TV, ci raccontava di come avesse scoperto che alcune produzioni di serie televisive di fantascienza italiane degli anni sessanta e settanta si finanziassero girando magari nello studio a fianco filmini erotici o porno. Con la stessa troupe e magari anche qualcuno degli stessi attori.

Altri tempi.

Possiamo goderci quindi le splendide immagini dei fumetti francesi degli anni Sessanta (come la mitica Barbarella che abbiamo messo in copertina nella versione cinematografica con Jane Fonda) o ancora di più le donnine discinte rapite da alieni e robot ribelli sulle coloratissime copertine dei pulp americani degli anni Trenta e Quaranta, nella splendida galleria - con oltre un centinaio di immagini - che ci offre Riccardo Valla; e possiamo farlo pensando che per fortuna oggi il mondo è cresciuto. Possiamo farlo perché oggi alla donna riconosciamo un ruolo più rilevante di quello di essere rapita e salvata dall'eroe di turno. Possiamo farlo perché il lettore/spettatore della fantascienza non è più il nerd ante litteram dell'epoca, così immaturo nel rapporto con l'altro sesso.

Possiamo?

Ecco, forse non è così sicuro. Le donnine sulle copertine sono state più rare per un po', ma ora tornano a comparire. Nonostante il femminismo, la liberazione sessuale degli anni sessanta e la minaccia dell'Aids degli anni novanta, qualche curva e adeguate porzioni di pelle scoperta sono e restano un buon incentivo alla vendita, una carta che vale sempre la pena di giocarsi, vuoi per salvare le sorti di una serie televisiva, vuoi per garantire qualche accesso in più a una rivista online :-)

Anche una serie apparentemente così sofisticata come Star Trek non ha saputo far di meglio che ricorrere alle tutine attillate e alle misure abbondanti per risollevare l'interesse degli spettatori maschi. Così abbiamo assistito all'arrivo della borg maggiorata in Voyager e della vulcaniana tutta curve in Enterprise. E pensare che con la Janeway si era partiti benino...