Dopo nove stagioni andate in onda ininterrottamente dal 1993 al 2002 e un revival in due stagioni arrivato nel 2016, The X-Files, serie creata da Chris Carter che ha visto protagonisti gli agenti dell'FBI interpretati da David Duchovny e Gillian Anderson sta adesso per affrontare il suo primo reboot a opera di Ryan Coogler. Il regista di Sinners e Black Panther ha infatti parlato del progetto in corso durante un'intervista rilasciata a Variety, ammettendo che come già successo con Creed, è stato l'amore dei genitori per la proprietà intellettuale in questione a spingerlo a lavorarci su:
Come il mio rapporto con Rocky è dovuto a mio padre, X-Files è una di quelle cose che mi fanno pensare a mia madre. Mia madre è tutto per me, quindi per me questa è una cosa importante e voglio svilupparla nel modo migliore per lei e per i fan. Ha già letto alcune delle cose che ho scritto ed è entusiasta.
Il progetto del reboot, nato dal desiderio di Disney di far rinascere la proprietà intellettuale dopo averne acquistato i diritti, è stato affidato nel luglio di quest'anno a Coogler, che ne sarà showrunner e produttore, ma per quanto riguarda il cast, non è ancora stato confermato il coinvolgimento degli attori che hanno interpretato Dana Scully e Fox Mulder, e per il momento voci di corridoio che non sono state né smentite né confermate dallo sceneggiatore vorrebbero l'attrice Danielle Deadwyler (Station Eleven) protagonista delle nuove avventure degli agenti speciali del paranormale.












5 commenti
Aggiungi un commentoQualcuno vuole scommettere qualcosa sul fatto che la Disney, dopo aver rovinato Star Wars, Marvel, Indiana Jones, Willow, Alien, Pixar, e altri, riuscirà a tirar fuori una porcheria anche dal reboot di X-Files?
Mi aspetto anche la solita Mary Sue a impersonare Scully, e Mulder incapace che verrà trattato a pesci in faccia dalla suddetta. Vedremo se sbaglio
Già il fatto che Schully è nera indica quale direzione vuole far prendere...
Comunque a me frega poco, l'importante è che siano buone storie.
difficilmente saranno buone storie, se vengono girate come sono state girate tutte le altre produzioni woke degli ultimi anni...
Il wokismo non è un problema di per sé se la cura della storia è fatta ad arte. Ti faccio un esempio: Transamerica è un film woke, eppure è fatto molto bene, appassiona, emoziona, perché non fa esagerazione di retorica. Non si deve esagerare con la retorica, sennò trasformi una storia in uno spot pubblicitario e allora fa schifo.
Piuttosto la paura reale è che non vedremo (molto probabile) episodi shockanti, come quello della famiglia degenerata.
Mah, vediamo cosa titrano fuori. Se fa schifo la si boicotta senza problemi. Non rovineranno niente, magari il brand, ma la vecchia serie resterà sempre lì, inalterata e goduriosa.
Vero, ma il problema è che il wokismo va di pari passo con l'anti-meritocrazia. L'abbiamo visto con le assunzioni DEI, soprattutto in ambito Marvel (e Disney): mettere persone incapaci al comando di produzioni importanti, solo per il colore della pelle o per un diverso orientamento sessuale, ha portato a un declino imbarazzante.
Sono pochissimi i film woke qualitativamente buoni, e non è un caso.
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