La novità dell'anno scorso a Stranimondi era iDobloni, la nuova casa editrice nata dalle attivissime protagoniste della libreria Covo della ladra; e la novità di quest'anno, sempre alla fiera milanese, è stata l'inaugurazione di una collana dedicata alla fantascienza e curata da Paolo Tosini, Altri pianeti.
Primo titolo, presentato a Milano, Mediterraneo Terminale di Matt Briar, ovvero Matteo Barbieri, scrittore già piuttosto noto nel settore autore, oltre a diversi titoli di fantascienza, anche di una biografia di Neil Young.
La quarta di copertina
La ricerca della felicità è da sempre l’obbiettivo di ogni essere umano. In un’epoca di enormi cambiamenti geopolitici e ambientali, dove la terraferma sta lentamente regredendo per lasciare spazio all’avanzata del Mediterraneo, tanto che città come Lucca e Bologna sono diventati degli importanti snodi portuali, questa ricerca ha lasciato spazio a un bisogno primario assai più impellente: la sopravvivenza. Nel nuovo ordine sociale la moneta di scambio è diventata il sudore e il duro lavoro è l’unico elemento in grado di garantire questa sopravvivenza. Tutto il resto non è altro che un’accozzaglia di accessori palliativi per momenti di illusoria fuga dalla realtà; fino alla prossima volta. In questo scenario fanno la loro apparizione i Magnati, un gruppo radicale sorto dalle ceneri di una colonna ecoterrorista, ben visti dalla popolazione e tollerati di malavoglia dai governanti. Da qualche tempo i Magnati sono in tour in molte città europee per mettere in scena lo spettacolo delle TecnoArti, una nuova tecnologia sensitiva dove forme avanzate di intelligenza artificiale interagiscono con le emozioni delle persone. Tra scetticismo e fede, i protagonisti di “Mediterraneo Terminale” si incrociano proprio durante una di queste esibizioni; mescolando presente, memorie del passato e uno sguardo verso il futuro due fratelli si interrogano su questa nuova tecnologia, se possa davvero rappresentare l’ultima speranza per l’umanità di ritrovare la felicità perduta.
L'autore
Matt Briar (al secolo Matteo Barbieri) nasce a Reggio Emilia nel 1985. La scrittura lo seduce sin da bambino quando si impossessa della Olivetti Lettera 32 di famiglia. Crescendo diventa un lettore vorace e sperimenta vari generi, fino a innamorarsi della letteratura fantastica, e in particolare della fantascienza per la sua capacità di riflettere il presente.
Dopo un paio di racconti pubblicati su riviste e web, fa il suo vero esordio vincendo il premio Kipple con un’opera sperimentale, L’era della dissonanza (Kipple, 2014). Subito dopo cercandosi su Amazon si accorge dell'esistenza di altri scrittori con il suo stesso nome di battesimo, e decide di dotarsi di pseudonimo.
Nel 2018 ha pronti due nuovi romanzi con i quali si classifica finalista ai due maggiori premi italiani di scifi: Urania e Odissea. Uno dei due, Terre Rare, esce per Watson Edizioni nel 2019.
Tra i progetti a cui ha partecipato, le antologie NeXT-Stream e La prima frontiera (Kipple), e la raccolta di saggi Stephen King: L’altra metà oscura (Weird Books).
Matt Briar, Mediterraneo terminale, Altri Pianeti, iDobloni, pagg. 184, euro 18,50, ebook euro 6.












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