Così è finita la seconda stagione di The Last of Us: dopo solo sette episodi, pochi secondo alcuni, fin troppi secondo altri, vista la scarsità di eventi raccontati. Una stagione che si è praticamente aperta con l'uccisione del personaggio per il quale molti avevano deciso di guardare questa serie, Joel Miller, interpretato dall'attuale gallina dalle uova d'oro di Hollywood Pedro Pascal, ed è andata avanti con Ellie che, dopo aver strapazzato Joel nelle prime puntate dimostrandogli tutto il suo odio e la sua insofferenza, si imbarca, seguita dall'amica/amante Dina, in una missione per vendicarlo e uccidere Abby.
Se non avete visto la serie e volete vederla e odiate gli spoiler, be', abbiamo già avvertito ma ripetiamo, girate subito pagina.
Ma non è un gran che di spoiler, peraltro: Ellie alla fine trova Abby, che è una leader di un gruppo militare in guerra contro una setta religiosa, ma decide di non ucciderla. Prima che riesca ad andarsene però Abby trova lei; le punta addosso la pistola, si sente uno sparo, nero.
Il classico cliff-hanger che lascia con l'amaro in bocca; lo spettatore pensa “va be', non è morta di sicuro, è la protagonista”, poi però pensa “cavolo però, hanno fatto fuori Joel, non sono mica sicuro”. A questo si aggiungono le voci secondo cui la terza stagione sarà un prequel che racconterà la storia di Abby, convalidata dall'ultima scena dell'episodio, subito dopo lo sparo, che vede appunto Abby nel passato nell'enorme base della sua compagnia.
Lo showrunner Craig Mazin ha detto:
Eravamo aperti a un finale diverso. Ne abbiamo parlato molto. Abbiamo considerato tutto. Sai, è ovvio che vuoi pianificare. Forse dovremmo solo intrecciare le storie.
Forse dovremmo andare avanti e indietro. Forse dovremmo provare questo, forse provare quello e alla fine ricordo di aver detto: Non fa parte della genetica del funzionamento di questa storia? Fa parte della genetica.
Fatto sta che, insomma, chi non gradisce troppo questi cliff-hanger fa abbastanza presto ad andare su Wikipedia a leggersi le trame dei videogiochi da cui è tratta la serie, per scoprire che fine hanno fatto Tommy, Dina, se Ellie e morta e che ne è stato di Abby stessa.
Quindi insomma tutto sommato il cliff-hanger non è un dramma; forse c'è più da preoccuparsi della pochezza della trama di una serie completamente incentrata, come purtroppo spesso accade, sui rapporti umani tra personaggi, lasciando del tutto in sottofondo senza approfondirli gli aspetti del world building, come i Serafiti, il WLF, eccetera.
Uno potrebbe anche dire: va be', se mi interessava così tanto il rapporto difficile tra un genitore e un figlio adolescente forse mi guardavo una serie romance o Adolescence, che è anche una serie migliore.
1 commenti
Aggiungi un commentogo woke, go broke.
Il bello è che non imparano mai la lezione, e continuano con la solita solfa, facendosi male da soli.
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