Nell'intervista che il regista di Real Steel ha dato a Spinoff on line appare chiaro che non si è limitato a girarlo: lo ha vissuto, mangiato e bevuto. Non solo Shawn Levy ha collaborato alla sceneggiatura, ma ha supervisionato il design dei robot, l'intero casting durato mesi, la costruzione dei modelli dei robot. Ha creato l'intero background in cui è ambientata la storia e persino creato le statistiche e i punteggi della World Robot Boxing, la lega sportiva della boxe robotica.

 

Con entusiasmo racconta che "abbiamo una dettagliata storia e mitologia dello sport" e prosegue dicendo "se cerchi azione e effetti visivi strabilianti, Real Steel è in grado di dartelo, ma personalmente credo che il film possa fare di più, essere la storia della rivincita di un perdente, come in Rocky o Over the Top".

Levy ci tiene a dire che dal suo punto di vista, il film è un classico film sportivo, non un film di fantascienza: "Volevo una specie di fantascienza naturalistica. Abbiamo visto un sacco di fantascienza estrema, diverse visioni del futuro, ma quello che desideravo fare io era un film di ambientazione sportiva con una premessa fantascientifica".

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L'idea di realismo si evince dalle scelte di design all'interno del film: i computer, i telefoni e i robot stessi sembrano il risultato dell'evoluzione della tecnologia attuale." E il concetto di fantascienza naturalistica si vede anche nel suo punto di vista dei personaggi: "Volevo che il pubblico empatizzasse con Charlie Kenton (Hugh Jackman), il figlio max Kenton (Dakota Goyo) e il loro robot Atom. Il punto su cui volevo far girare la storia è Atom è vivo o non è vivo, è consapevole o non è consapevole? Penso che la vera vittoria sia proprio nel punto di domanda".

Già al lavoro sulla sceneggiatura del sequel insieme allo sceneggiatore John Gatims, Levy dice che la domanda sulla coscienza di Atom verrà approfondita proprio in quella sede: "Nella sceneggiatura che stiamo scrivendo adesso stiamo seguendo una serie di temi, come la coscienza di Atom, il dubbio che esista come entità vivente oppure no. Stiamo scavando nelle origini di Atom, perché parte della storia verterà su Hugh Jackman che indaga su di lui e il suo creatore".

Poi scoppia a ridere e si copre la bocca con una mano: "Non dovrei dire di più. Sto lavorando a un film con Carlton Cuse (Lost) e se ho imparato qualcosa da lui è che dovrei parlare di meno!".

Ma per il regista, Real Steel non è solo un film: "Posso immaginare un fumetto, una serie tv, a cartoni animati o dal vivo, penso a più film e al videogame in arrivo".

Parlando della fonte originale, il racconto di Richard Matheson e il relativo episodio di Ai confini della realtà intitolati Steel, Levy ha raccontato che ciò che lo ha spinto a realizzare la versione cinematografica non erano i grandi effetti speciali o creare un mondo di fantascienza: era interessato al cuore della storia.

"La storia non parla solo della boxe tra robot, ha un protagonista davvero disperato e solitario, così disperato che decide di salire sul ring contro un robot. C'è del pathos nella disperazione del protagonista che volevo riportare nel film e nel personaggio di Hugh Jackman e spero di esserci riuscito. Credo che il fulcro della storia sia cosa ci distingue: il cuore e il desiderio di vedere un perdente risalire la china."

Real Steel esce il 7 ottobre negli Usa e il 23 novembre da noi, eccovi il trailer.