Tutte le più affascinanti X-Girls riunite in un unico volume firmato da due grandi maestri del fumetto americano ed italiano.

Non sempre i grandi nomi del fumetto sono sinonimo di qualità, non sempre riunirli assieme duplica la qualità e non sempre la qualità a tutto tondo è un obiettivo di una grande casa editrice di fumetto. Rispolverare gli antichi fasti di Chris Claremont, da tutti considerato il padre della saga mutante, associandolo ad un mostro sacro come Milo Manara e per di più concependo un fumetto con esclusivamente protagonisti femminili, la specialità di Manara, potrebbe sembrare un colpo di genio lungimirante, in realtà il risultato del prodotto finale dipenderà molto dal tipo di pubblico cui è destinato. X-Men - Ragazze in fuga ci si presenta in una stupenda veste editoriale, cartonato, dimensione allargata alla francese, prefazione di Joe Quesada (editore capo della Marvel), schizzi preparatori ed intervista a Milo Manara, un'ottima scatola quindi ma purtroppo il contenuto di una scatola spesso non si lascia influenzare dall'involucro.

Manara inizia l'intervista dicendo di non trovarsi a proprio agio nel disegnare i costumi sgargianti ed i terribili superpoteri delle eroine mutanti, non sono nel suo stile come non sono nel suo stile le scene d'azione mozzafiato con improbabili stralci prospettici a cui siamo abituati nel moderno fumetto supereroistico. Secondo Manara chiunque si aspettasse qualcosa del genere dal suo fumetto ne rimarrebbe sicuramente deluso, l'intelligenza di Claremont come scenegiattore si sarebbe dimostrata nel ritagliare una storia adatta alla stile di Manara senza costringerlo ad uscire dai suoi classici canoni. Fin qui nulla di male sempre che mezzo con cui si vuol ottenere il risultato alla fine funzioni. Ci si aspetterebbe in effetti da un artista della caratura di Manara l'accettazione di quel minimo di rischio che potrebbe derivargli dall'uscire dai suoi schemi classici per tentare qualcosa di nuovo ma visto che la scelta sembra essere stata il contrario almeno ci si aspetterebbe una storia tagliata sull'artista ma all'altezza dei disegni, una storia che semplicemente non esiste. Il lettore si trova di fronte ad una serie di situazioni slegate e inconsistenti che porteranno le nostre eroine a perdere poteri e costumi in un modo decisamente improbabile per poi arrivare, dopo un'altra serie di situazioni slegate ed inconsistenti, non solo a riacquistare i poteri ma a battere la spregevole e potente cattiva di turno, niente di più niente di meno.

Vediamo le nostre eroine in abiti civili in vena di divertimento e soprattutto le vediamo in veste non ufficiale prender parte a quel poco di vita mondana che solitamente non è loro concesso sulle testate di origine. Un'occasione meravigliosa di approfondire i personaggi se si possedesse il dono di manifestare con poche battute, pensiamo a Warren Ellis o Mark Millar, il carattere di ognuno di loro, un'occasione sprecata se i dialoghi rimangono didascalici e improntati a spiegare in parole antefatti e personalità che non si sa come o perchè non si considerino nel bagaglio di qualcuno che legge un fumetto degli X-Men o non si considerino alla portata della narrazione. Negli anni novanta, ed anche al giorno d'oggi se pur in maniera ridotta, c'era il problema delle splash-page, paginoni ricchi d'azione che ripetuti eccessivamente e forzatamente durante la narrazione ne cancellavano qualsiasi tipo di logica interna, qui sembra di trovarsi di fronte ad un problema analogo anche se sull'altro lato della sponda: una narrazione piena di momenti di falso approfondimento che cancellano tutto la fragile e fumosa ambientazione intorno a loro. Creare una storia degli X-Men all'altezza di Manara non vuol dire insomma distruggere gli X-Men o ridurli ad un bignami, nè rinunciare all'azione sfrenata vuol dire uccidere di noia il lettore perchè, a volte, un bravo narratore riesce a rendere più tensione in un gruppo di persone attorno ad un tavolo che nel Magneto di turno in procinto di spostare l'asse di rotazione della Terra.

Storia mediocre quindi per una parte grafica con tutte le caratteristiche di Manara: splendide donnine mediamente inespressive e dalle caratteristiche fisiche similari disegnate in modo accuratissimo. Tanto uguali l'una all'altra che ci è sempre più necessario, nel procedere della narrazione, la guida iniziale in cui vediamo un'immagine di ogni X-Girl disegnata in modo classico raffrontata alla versione Manara, uno strumento indispensabile per distinguerle. Qualche tempo addietro, fra il 1991 ed 1995 la Marvel rilasciava lo speciale Marvel Swimsuit, un albo speciale con pin-up a tutta pagina dei vari supereroi ed eroine in pose plastiche con costumi, da bagno, molto ridotti. Magari sarebbe stato utile sviluppare un progetto sul genere con un disegnatore come Milo Manara piuttosto che tentare di infilarlo in una storia che sta stretta a lui come a chi la deve scrivere.