Il 2008 è stato un altro buon anno per l'editoria di fantascienza italiana, molta e diversificata l'offerta, in edicola ha dominato come al solito Urania, la macchina del tempo, punto di riferimento per la fantascienza italiana, che ha mantenuto un buon livello medio, con diverse collane e speciali ha proposto portate per tutti i gusti.

Anche Delos Books ha ormai un catalogo che copre horror, fantascienza, fantasy e gialli, senza dimenticare la rivista Robot, arrivata al numero 55.

Elara Libri, la casa editrice che ha raccolto la bandiera della Perseo, ha pubblicato un nutrita serie di libri, tra cui una citazione merita il mastodontico numero 50 di Futuro Europa, sembra che il passaggio di testimone sia stato assorbito al meglio.

L'Editrice Nord e Fanucci, pur impegnate su diversi fronti, hanno continuato a pubblicare opere di fantascienza e fantasy, mentre il Gruppo Editoriale Armenia, dopo un ottimo debutto, ha continuato nel 2008 a proporre opere fantascientifiche di buon livello, con la collana Nuova Galassia.

Ed ecco la personalissima classifica dei volumi recensiti nel corso del 2008:

I cinque migliori libri dell'anno:

1. Tutti a Zanzibar — John Brunner 

Un capolavoro sul tema della sovrappopolazione, un romanzo difficile e complesso, ma assolutamente affascinante, opera di rottura che mantiene la sua carica innovativa sfidando il tempo.

2. L'alba del disastro — Charles Stross

Assieme a Universo distorto questo romanzo dimostra il talento immaginifico di uno degli autori più importanti tra le nuove generazioni, una lunga caccia ai responsabili della morte di un intero sistema solare.

3. Il ritorno delle furie — Richard K. Morgan

Una nuova, adrenalinica, avventura per Takeshi Kovacs, sullo sfondo di un universo complesso e delineato con maestria, una lettura avvincente. 

4. Dumarest della Terra — E. C. Tubb

La Space Opera portata, probabilmente, alla sua massima espressione, i primi quattro romanzi un un ciclo lungo e affascinante, pieno di avventure e idee.

5. World War Z — Max Brooks

La dimostrazione di comesi possa dire qualcosa di nuovo anche su un tema cucinato in tutte le salse, molto di genere, ma affascinante.

E i cinque che mi sono piaciuti meno:

1. Diluvio di fuoco — René Barjavel

Diluvio di sonno è quello che coglie il lettore nella seconda parte del romanzo, dopo un inizio promettente e il crollo della civiltà la storia dei sopravvissuti non regge il confronto con quella di altri romanzi apocalittici, e crolla anche il romanzo. 

2. Indiana Jones e il Regno del teschio di cristallo — James Rollins

Una mera operazione commerciale, peraltro poco curata, questo romanzo scritto da un Rollins al quale Indiana Jones va stretto come una camicia di forza.

3. Darkest Days — Stanley Gallon

Un romanzo apocalittico nel quale si ammucchiano molti stereotipi e ben poche idee, speriamo siano solo i difetti di un'opera prima.

4. L'ultimo Reich — Harry Turtledove

Una prova davvero scarsa di un grande scrittore, si dice che una volta toccato il fondo si possa solo risalire, aspettiamo la prossima prova del maestro della storia alternativa per vedere se è vero.

5. Julian l'eretico — Robert Charles Wilson

Buon esempio di come un finale maldestro riesca a rovinare un romanzo tutto sommato godibile, uno scivolone assurdo per un autore molto dotato.