Quando si sente dire che verrà tratto un film da un videogame appartenente alla categoria degli sparatutto, la domanda legittima che nasce è la seguente: che accidenti di trama può avere?

E' evidente che già il film Doom aveva dato una risposta soddisfacente e, quantomeno, aveva inserito un così alto livello di grottesco e soprattutto del non prendersi sul serio nemmeno per un minuto, da diventare persino godibile.

E' quindi auspicabile che un trattamento del genere venga riservato al videogame dal laconico titolo Area 51, nato nel 2004 dalla Activision come sorta di remake di un altro gioco per pistola del lontano 1996.

La trama del gioco è semplice ma sembra riservare qualche colpo di scena, forse per ammazzare il tempo tra uno scontro a fuoco e l'altro.

Abbiamo così un agente operstivo di nome Ethan Cole che arriva nella suddetta base segreta per investigare su quella che sembra una epidemia. Ovviamente le cose non stanno come sembrano e mentre Ethan affronta orde di esseri mostruosi, deve scoprire se si tratta effettivamente di alieni o di un qualche esperimento militare andato a me.

Se si ignora la somiglianza della trama con Half Life e un altro centinaio di giochi del genere, quello che caratterizza il gioco sono le voci: il protagonista era doppiato da David Duchovny, che ormai mostri e alieni li conosce meglio di chiunque, a cui si aggiunge l'attore televisivo Powers Boothe e, nel ruolo dell'entita misteriosa chiamata Gray, l'alieno umano che risponde al nome di Marilyn Manson.

Adesso ci penserà la Paramount a mandare allo sbaraglio la squadra tattica, destinata ovviamente a fare un brutta fine, per mano del fumettista Grant Morrison, famoso per le sue trame non lineari (che suona molto simile a "non saperle scrivere") e la sua propensione per la controcultura.

No, decisamente questo film non assomiglierà a Doom.

Ma che sia un bene o un male, decidetelo voi.